Come ogni anno, la Chiesa si concentra su quello che è uno dei punti principali e fondanti del nostro credo.
E, sempre ogni anno, c’è anche la scelta di uno “slogan” differente. Quello di quest’anno assume un aspetto molto particolare.
Ovvero: l’amore verso Dio e verso il prossimo. Vediamo insieme quali sono i temi che verranno trattati.
Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani
E’ una frase del Vangelo di Luca a trainare, quest’anno, la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani: “Amerai il Signore Dio tuo … e il prossimo tuo come te stesso”. Una settimana che si apre oggi, 18 gennaio e che si concluderà giovedì prossimo, 25 gennaio. Alle singole diocesi è stato inviato un sussidio da seguire e da adattare alle esigenze, poi, degli incontri di preghiera organizzati nelle singole parrocchie e per tutte le fasce d’età.
Pregare per l’unità dei cristiani è sempre stato uno dei perni principali, non solo dell’attuale Pontificato di Francesco, ma anche di tutti i suoi predecessori. E oggi, più che mai, con la guerra presente in Terra Santa, la preghiera per l’unità è ancora più necessaria.
“Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa c’è scritto nella legge di Mosè?”. “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore (…) e ama il prossimo tuo come te stesso”. Gesù gli disse: “Hai risposto bene!” (Luca 10, 25-28)”.
Da questa frase, del dialogo di Gesù, parte l’intento e lo slogan di questa settimana 2024. Gesù, ad un maestro della Legge, spiega poi chi è il prossimo, attraverso la parabola del Buon Samaritano: “Gesù domandò: “Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell’uomo che aveva incontrato i briganti?”. Il maestro della Legge rispose: “Quello che ha avuto compassione di lui”. Gesù allora gli disse: “Va’ e comportati allo stesso modo”.
La preghiera che viene dal Burkina Faso
Come dicevamo, quest’anno, il sussidio di preghiera è stato preparato da un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf. Una scelta non fatta a caso ma, come gli stessi componenti hanno spiegato in un’intervista a Vatican News, il loro lavorare insieme è stato “un vero cammino di conversione ecumenica che li ha portati a riconoscere che l’amore di Cristo unisce tutti i cristiani ed è più forte delle loro divisioni”.
Perché la scelta dei cristiani del Burkina Faso? Il paese è abitato da circa 21 milioni di persone, appartenenti ad una sessantina di etnie e dove circa il 64% della popolazione è musulmano, il 9% aderisce alle religioni tradizionali africane e il 26% è cristiano (fra cui 20% cattolico, 6% protestante). Nel Paese, le Chiese cristiane in particolare sono state oggetto di attacchi armati dove sacerdoti, pastori e catechisti sono stati uccisi, altri rapiti. Le celebrazioni, infatti, sono ancora possibili solo nelle grandi città e sotto la protezione della polizia.
Tanti sono gli sforzi per portare la pace in questi territori, per questo motivo la scelta di questa comunità per il sussidio di preghiera di questa settimana.