Settimana Santa, Papa Francesco: “Dio viene sempre a cercarci”

Anche in questo mercoledì della Settimana Santa, Papa Francesco non ha mancato di far sentire la sua presenza e la sua voce, anche se solo tramite un testo scritto, con la sua catechesi.

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photo: agensir (lalucedimaria.it)

L’ultima, prima del Triduo Pasquale ma che, comunque, resta nel pieno del suo ciclo di catechesi di Quaresima. La sua attenzione, questa volta, è rivolta ad una parabola narrata nel Vangelo di Luca, quella del padre e dei due figli. “Una parabola rivolta a coloro che si sono persi, ma non lo sanno e giudicano gli altri” – scrive Francesco.

Si tratta di una parabola che vuole insegnarci che la speranza non è mai persa, anche in quelle che sembrano essere le situazioni più difficili di questo mondo: “Dio viene sempre a cercarci” – continua il Pontefice. Ma vediamo, nel dettaglio, di cosa ci ha parlato questa mattina.

Ci siamo persi forse come una pecora, uscita dal sentiero per brucare l’erba, o rimasta indietro per la stanchezza” – è la metafora usata dal Papa per dare inizio alla sua ultima catechesi di Quaresima.

Papa Francesco e la catechesi della Settimana Santa

Una catechesi molto particolare quella che Papa Francesco ha scelto per il mercoledì santo, ultimo prima dell’inizio del Triduo Pasquale, momento ed apice più importante dell’intero anno liturgico. Anche se il Pontefice continua la sua convalescenza, mai ha fatto mancare la sua voce e i suoi testi anche quando era ricoverato all’ospedale “Gemelli” per la sua polmonite.

E nemmeno nel corso di questo periodo che precede la Pasqua, è voluto essere assente, anzi. Ecco che ha deciso, per la sua catechesi di oggi, di porre l’attenzione su di una parabola narrata all’interno del Vangelo di Luca: “[…] Ci siamo persi come i due figli di questo padre: il più giovane perché si è stancato di stare dentro una relazione che sentiva come troppo esigente; ma anche il maggiore si è perso, perché non basta rimanere a casa se nel cuore ci sono orgoglio e rancore. L’amore è sempre un impegno, c’è sempre qualcosa che dobbiamo perdere per andare incontro all’altro” – spiega il Papa.

figliol prodigo
lalucedimaria.it

Dio ci aspetta sempre

Nonostante questo senso di smarrimento, però, spiega Francesco che c’è una costante che accomuna tutto e tutti: quella che Dio viene sempre a cercarci. “[…] Questo figlio più giovane, come tutti noi, ha fame di affetto, vuole essere voluto bene. Ma l’amore è un dono prezioso, va trattato con cura. Egli invece lo sperpera, si svende, non si rispetta. Se ne accorge nei tempi di carestia, quando nessuno si cura di lui” – continua.

“[…] Sono queste esperienze che fanno nascere dentro di noi la convinzione distorta di poter stare in una relazione solo da servi, come se dovessimo espiare una colpa o come se non potesse esistere l’amore vero” – approfondisce, ancora, il Papa.

Un padre che riabbraccia il proprio figlio che pensava essere perduto ma che, invece, ritorna a casa: “[…] Possiamo sperare perché sappiamo che il Padre ci aspetta, ci vede da lontano, e lascia sempre la porta aperta” – conclude Francesco, facendoci capire come la speranza, anche in situazioni difficili, è davvero l’ultima a morire.

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