Un fatto grave che ha lasciato sconcerto tra noi parrocchiani ma altresì tra i cittadini che sono rimasti basiti di fronte a un simile atto violento e sacrilego.
Una giovane donna vestita con abiti scuri e in testa un cappello, si è avvicinata all’altare ricoperto da un drappo, su cui era posta la statua storica di Gesù Bambino contornato di piante e fiori, per tentare di incendiarlo.
Era la mattina del 31 dicembre, da poco si era appresa la notizia della morte di Papa Benedetto XVI, quando mi stavo recando nella chiesa di Maria Assunta della mia città, La Spezia, per partecipare alla Messa delle 11.
Il piccolo Gesù ridotto in mille pezzi
Noto che c’è agitazione e una delle parrocchiane, Roberta, che presta servizio in chiesa, ci informa del grave gesto che era avvenuto pochi minuti prima. È proprio lei la testimone oculare del fatto. Si trovava vicino all’altare, quando una giovane donna vestita di nero, si è avvicinata con fare sospetto e in mano teneva un accendino con cui cercava di dare fuoco al drappo che ricopre l’altare maggiore della chiesa di Maria Assunta, ex cattedrale della città.
La volontaria resasi conto dell’intenzione della donna cerca di fermarla, ma l’inquietante figura, imperterrita, ritenta nel suo proposito ma ancora una volta viene bloccata. A quel punto presa da un impeto di rabbia, afferra la statua del Bambino Gesù, posta sull’altare, e la getta a terra con forza riducendola in pezzi.
Dopo di che si dirige in fretta verso l’uscita, e a nulla è valso il tentativo di una coppia di coniugi di Monza, turisti in visita a La Spezia, di cercare di fermare la ragazza che si divincola ed fugge, dileguandosi fuori, e vane le ricerche nella piazza Beverini, antistante la chiesa.
L’intervento dei Carabinieri
Tutto il fatto è stata ripreso dalle telecamere interne del sistema di video sorveglianza della chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta, e le immagini sottoposte al vaglio dei Carabinieri che ora stanno indagando per risalire a chi ha compiuto il gesto vandalico e sacrilego, nei confronti della quale il parroco, monsignor Ilvo Corniglia, addolorato per l’accaduto, ha esposto denuncia, un atto dovuto per consentire il via degli accertamenti da parte dell’Arma.
Ma al contempo ha espresso compassione per la donna, che parole del religioso “visto il gesto insano, ha sicuramente dei problemi”. Ora si attendono i risvolti delle indagini.
Una catena di carità
Nel frattempo è scattata una catena di grande carità: in molti, turbati dal grave episodio, hanno dimostrato vicinanza e si sono resi disponibili a contribuire al restauro del Gesù Bambino distrutto.
Ma non solo.
È arrivato ieri un nuovo Gesù Bambino, di cui sempre il Gruppo Sub Ospedale, amareggiato per il triste episodio, ha voluto fare dono alla chiesa, per non lasciare vuoto quel posto a Lui riservato, con tanto amore, sull’altare.