Ci si chiede come sia possibile che una personalità così in vista possa fare affermazioni simili.
Stanno facendo profondamente discutere le parole sconvolgenti di Padre Alberto Maggi, uno tra i più seguiti biblisti italiani e volto noto della tv dei vescovi italiani Tv2000. Il religioso ha negato dogmi come l’inferno o i miracoli di Cristo.
Il biblista ha fatto queste affermazioni in una recente intervista rilasciata al Quotidiano nazionale, offrendo però una reinterpretazione dei Vangeli che a molti è suonata come a dir poco inaccettabile. Padre Maggi è un teologo molto “alla moda”, mai abbigliato come un sacerdote ma spesso in pullover e camicia, nonostante sia un membro dell’Ordine dei Servi di Maria.
Negli ultimi mesi era passato alle cronache per la sua difesa del Ddl Zan e per l’attacco al Vaticano sulla lettera inviata all’ambasciata italiana dal Segretario di Stato Parolin, preoccupato per le scuole cattoliche italiane, che Maggi ha definito “un dispetto della Curia contro il Papa, di cui non si sentiva il bisogno”.
Il biblista non crede né all’inferno né ai miracoli
Rispondendo ad alcune domande sulla storia della dottrina cristiana Padre Maggi ha offerto puntualizzazioni che hanno lasciato i fedeli a dir poco basiti. Ad esempio, il biblista contesta la veridicità della maledizione del fico operata da Gesù secondo il Vangelo di Marco. “O Gesù era uno scriteriato o l’evangelista gli ha fatto fare una brutta figura oppure c’è dell’altro”, spiega Padre Alberto Maggi. Il culmine delle sue affermazioni arriva però a proposito dell’opinione sull’esistenza o meno dell’inferno.
Padre Maggi arriva a definire ridicolo “il concetto di inferno come luogo di dannazione eterna”. Il giornalista pone così una domanda su quale sia il destino per chi vive da “dannato” e contro gli insegnamenti del Cristo, e Padre Maggi ha risposto che “nessuno è dannato per l’eternità, nei Vangeli semmai si parla di una vita biologica, che si chiude con la morte”. Dimenticando in questo modo il costante invito del Catechismo della Chiesa cattolica, o meglio il pressante appello, alla conversione. Eppure, è ben noto che il più grande inganno che il Diavolo abbia mai fatto al mondo è stato proprio quello di convincere le persone che non esiste.
“La parola miracolo è estranea ai Vangeli”, continua imperterrito padre Maggi. Dicendo qualcosa di falso, e basta leggere gli atti degli apostoli per leggere di “miracoli, prodigi e segni”. Ma basta pensare alla trasformazione di acqua in vino alle Nozze di Cana, alla moltiplicazione di pani e pesci, oppure molto più semplicemente alla resurrezione della carne. Padre Maggi afferma di non credere nemmeno alla veridicità della resurrezione di Lazzaro.
Le reazioni alle parole inaccettabili di padre Maggi
Per Maggi si tratta solo di un simbolo, quindi un fatto non accaduto. A suo avviso i Vangeli sono testi che non sono stati scritti “per essere letti da tutti”, in quanto occorrerebbero diversi gradi di interpretazione. Parole che suonano come a dir poco scandalose e che lasciano esterrefatti i fedeli, abituati ad abbeverarsi non solo alla Parola ma anche a secoli di studi di padri e dottori della Chiesa, teologi, papi, santi. E che ricordano quanto affermano nel recente passato dal Superiore generale della Compagnia di Gesù, Padre Arturo Sosa Abascal, che ha affermato che “non sappiamo cosa abbia detto veramente Gesù”, in quanto “a quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole”. A dimostrazione del fatto che certi tesi sono molto più diffuse nella Chiesa di quanto si creda.
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Tra le tante reazioni, c’è stata anche quella della fondatrice della Comunità Shalom suor Rosalina Ravasio, su La Nuova Bussola quotidiana. “Benché non sia una teologa, né una biblista, ritengo che la “devastazione del peccato”, nella persona e nella comunità, sia sempre stata un grande “messaggio del Vangelo” da tenere in considerazione e ben presente nella parabola della vita di ciascuno di noi (breve o lunga che sia)”, scrive suor Ravasio.
“Parrebbe, secondo quanto citato dallo studioso, che tutto quanto abbiamo creduto fino ad oggi non è una cosa reale da prendere sul serio, bensì da interpretare”, continua la religiosa rivolgendosi proprio allo stesso biblista. “Caro padre Maggi ho sempre pensato, e tutt’ora lo ritengo fondamentale per la mia fede, che la Parola di Dio va più ascoltata che interpretata”, scrive la suora.
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“Lei può comunicare i suoi studi e condividerli, con persone diverse da noi, di alto livello e studiosi; ma per favore a noi poveri cristi – semplici e certamente anche ignoranti, fermi ancora al detto pane al pane… vino al vino – sappia che il suo ascolto crea solo confusione”, conclude. “La prego, padre Maggi, ci risparmi la solfa del contesto storico; per noi Gesù è ancora Gesù che ci salva e ci guarisce. Questa è la fede dei nostri padri, la fede dei nostri santi…”.