Sebbene la cremazione non sia avversata dalla Chiesa Cattolica già da più di mezzo secolo (L’istruzione Piam et Constantem del 5 luglio del 1963 ha stabilito che questa non sia contro la religione cattolica) non c’era mai stata prima di oggi una apertura vera e propria da parte del Vaticano.
La legge quadro approvata da Papa Francesco e divulgata dal Cardinale Muller si attesta in un contesto di modernità in cui, per varie ragioni, la pratica della cremazione è sempre più diffusa e frequente in vari paesi nel mondo e rappresenta dunque uno sguardo favorevole al progresso se e solo se rispetta le regole che la Chiesa imporrà d’ora in avanti.
Detto che la sepoltura è sempre il rito funerario prediletto dal Vaticano (perché maggiormente rispettoso della salma del defunto), la cremazione non è da condannare perché non impedisce a Dio di ricostruire l’anima e farla risorgere per il Paradiso. Muller ha spiegato che questo discorso non è applicabile ad una cremazione richiesta per motivi che vanno contro la dottrina della Chiesa: “Come negazione dei dogmi cristiani, o con animo settario, o per odio contro la religione cattolica e la Chiesa”.
La legislazione in campo di cremazione si è resa necessaria data la diffusione sempre maggiore della pratica, il Cardinale Muller è molto chiaro in tal senso e ha spiegato come sia molto probabile che in un futuro non troppo lontano sempre più paesi si disporranno verso tale pratica, in un contesto come questo si è reso necessario divulgare delle linee guida che possano essere seguite da tutti i parroci cattolici nei vari paesi del mondo. Come detto sopra la pratica della cremazione è accettata sin dal 1963, il problema a riguardo è che a questa spesso si è accompagnata anche una pratica di conservazione casalinga sulla quale, ci dice Muller, non esisteva una regolamentazione canonica.
La legge quadro di cui sopra interviene proprio per chiarire questo punto, dopo la celebrazione delle esequie, le ceneri vanno comunque conservate in un luogo sacro che sia un cimitero o in alcuni casi anche una chiesa. Questo perché, spiega ancora Muller: “Sin dall’inizio i cristiani hanno desiderato che i loro defunti fossero oggetto delle preghiere e del ricordo della comunità cristiana. Le loro tombe divenivano luoghi di preghiera, della memoria e della riflessione. In rispetto di questa tradizione “La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana”.
Il documento redatto vieta (ai cattolici) la conservazione delle ceneri in un ambiente familiare o la loro dispersione nell’ambiente. Se nel primo divieto è ammessa un eccezione nel caso ci si trovi in un luogo in cui la tradizione culturale impone la conservazione delle ceneri in ambiente domestico, la dispersione delle stesse è assolutamente vietata perché facente parte di una cultura pagana, allo stesso modo la divisione delle ceneri tra i parenti o in gioielli commemorativi.
Chiariti i limiti di legittimità cristiana della cremazione, il documento redatto dal Vaticano ricorda ai fedeli di continuare a seguire l’antica tradizione della sepoltura delle salme in cimiteri o luoghi sacri preposti.
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