Fr. Paul-Marie de M., c.s.j.
Dio non sempre rimuove il male e dal male può ricavare il bene. La preghiera di liberazione deve essere posta sotto il governo di Dio in rapporto al male che opprime l’uomo. Ad ogni preghiera del ‘Padre Nostro’, il cristiano chiede di essere liberato dal male. Ma la preghiera di liberazione prende altre forme come la preghiera imperativa così come fa l’esorcismo o una preghiera di supplica per accompagnare la persona che soffre. È in base al male che deve essere tolto e cooperando con il governo di Dio, che noi discerniamo la preghiera da usare.
La preghiera di liberazione comprende prima quella che Gesù ha insegnato nel ‘Padre Nostro’ (1), e quelle che egli insegna praticamente attraverso gli esorcismi (2), le guarigioni di ogni genere e così numerose (3), quelle che ci insegna con la spiegazione che ne fa la Chiesa nei sacramenti istituiti da Cristo, specialmente nel sacramento della penitenza, o infine quelli che la Chiesa ha portato alla luce in alcune preghiere dette di liberazione. Se le preghiere più conosciute e frequentate dai fedeli sono la preghiera dominicale e i sacramenti, la più nascosta e rara è l’esorcismo, la più recente e in via di sviluppo è quella praticata da alcuni gruppi di preghiera, soprattutto nel rinnovamento carismatico, chiamata preghiera di liberazione.
È ovvio che queste varie preghiere non hanno lo stesso obiettivo immediato, ma hanno lo stesso obiettivo finale, cioè la santità. Tuttavia, il male e la possibile influenza del demonio porta a specifiche alienazioni, la richiesta di liberazione si fa sulla base di questa specificità (4).
È anche per questo che la preghiera del ‘Padre Nostro’, che chiede la liberazione dal male senza altre precisazioni, coinvolge e finalizza tutte le altre. È in questa luce che tutte le altre preghiere di liberazione devono essere considerate e fatte. Non possiamo interessarci a tutte queste preghiere, ma noi ne cercheremo lo spirito cominciando dalla richiesta del ‘Padre Nostro’. Poi vedremo in questa luce la preghiera di esorcismo e, infine, la preghiera detta di liberazione.
Notes: 1 – Luca 11, 2-4 e Mt 6, 9-13. La menzione dal male si trova solo in Matteo: “…ma liberaci dal male”.
2 – Potete contare cinque esorcismi di Gesù nei Vangeli sinottici: Matteo 8, 28-34 (Mc 5, 1-20, Luca 8, 26-38), Mt 9, 32-34; 12, 22-24 (Luca 11, 14), Mt 15, 21-38 (Mc 7, 24-30), Mt 17, 14-20 (Mc 9, 14-29, Luca 9, 37-42), Mc 1, 23-28 ( Luca 4, 33-36). L’episodio della donna curvata in Luca 13, 10-17 è una liberazione dal diavolo, ma non tramite l’esorcismo.
3 – Ben 34 volte appaiono le guarigioni compiute da Gesù nei Vangeli, alcune si ripetono naturalmente.
4 – San Tommaso d’Aquino, il Pater e l’Ave, Parigi, Nouvelles Editions Latina, 1967, n°88: “La richiesta è generale. Secondo Agostino, essa mira ai diversi tipi di male, cioè il peccato, malattie, afflizioni.”. Ricordiamo che se il diavolo è causa prossima e immediata di certe malattie, è la causa remota morale di ogni male: San Tommaso d’Aquino, Catena Aurea, Mt 6, 13, volume I, Roma, Marietti, 1953, cap. VI, n.10: “Il nome del male indica qui il demonio a causa della sua estrema malizia, malizia che viene dalla sua volontà e non dalla sua natura.”
Liberato ma non liberato da tutto, in questa vita…
San Tommaso d’Aquino interpreta l’espressione ‘Liberaci dal male’ senza mai parlare di soppressione del male. La liberazione dal male consiste piuttosto nel sopportare, non solo per non subirne una drammatica conseguenza in termini di vita soprannaturale – quello di perdere il legame con il Padre celeste a causa della disperazione provocata dal dolore – ma anche perchè vi è un bene da ricavarne. Per il dottore Angelico, Dio libera l’uomo dal male in quattro modi. Il primo modo è quello di non affliggerlo. Per esempio, se Dio giudica che egli non possa sopportare questa prova (5). Non si tratta dunque di rimuovere il male, ma di far sì che esso non appaia per misericordia. In secondo luogo, Dio libera l’uomo dal male auitandolo a sopportarlo con il dono delle sue consolozioni (6). La liberazione consiste quindi nell’impedire che il male travolga l’uomo in modo che egli non possa più tollerarlo ed essere per esempio tentato di ribellarsi. Le consolazioni di Dio alleviano il dolore dell’afflizione. In terzo luogo, Dio libera l’uomo dal male facendoglielo dimenticare attraverso dei suoi benefici (7). Infine, Dio libera l’uomo dal male ricavandone del bene (8).
Quest’ultima maniera è la più alta in quanto finalizza la preghiera di richiesta direttamente. Così essa dipende dal dono più alto dello Spirito Santo, il dono della Sapienza.
Così, Dio libera l’uomo dal male e dalla tribolazione, trasformandoli in bene, il che è un segno di grande saggezza, perchè appartiene al saggio l’ordinare il male verso il bene. Questo viene fatto con la pazienza che abbiamo nelle tribolazioni. Le altre virtù si servono del bene, ma la pazienza del male…Ed è per questo che lo Spirito Santo ci fa chiedere la liberazione attraverso il dono della Sapienza : e attraverso di lui, si arriva alla beatitudine che ordina la pace, perchè tramite la pazienza noi abbiamo la pace nei tempi di prosperità o avversità: ed è per questo che gli operatori di pace sono chiamati figli di Dio, simili a Dio, perchè nulla può nuocere ad essi cosi come a Dio, né prosperità né avversità (9).
Notes: 5 – San Tommaso d’Aquino, il Pater e Ave, Parigi, Nouvelles Editions Latina, 1967, n. 89 : “In primo luogo, Dio libera l’uomo dalla sofferenza, facendo si che essa non arrivi a lui”
6 – Ibidem, n. 90 : “Privato di queste consolazioni divine, l’uomo non protrebbe sopravvivere in mezzo alle prove”
7 – Ibidem, n. 91 : “In terzo luogo, Dio riempe gli afflitti con tanti benefici che essi dimenticano i loro mali”
8 – Ibidem, n. 92 : “Quarto, Dio trasforma tentazioni e tribulazioni”.
9 – Ibidem, n. 92 e 93…
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