All’hospice del Niguarda della città di Milano, è successo qualcosa di straordinario, che mostra come l’amore sia più forte di ogni altra cosa, persino della morte.
La terribile malattia non impedisce di coronare con un “sì” eterno la loro storia di amore.
Andrea Scutellà e Laura Gedressi il 13 aprile avevano entrambi 36 anni e hanno deciso di sposarsi. Cinque giorni dopo Laurea se ne è andata, ma non all’improvviso: sapeva benissimo che sarebbe successo. Era infatti malata di un tumore allo stadio terminale, e i medici dell’ospedale in cui era ricoverata le avevano diagnosticato oramai pochi giorni di vita.
Il matrimonio a pochi giorni dalla sua morte
Il fidanzato, consapevole dell’amore nei suoi confronti ben più grande di qualsiasi altra cosa, compresa la morte, ha così invitato la donna alle nozze, scolpendo quel momento per l’eternità, e salutando Laura guardandola nel modo in cui avrebbe desiderato più di tutto: come la sua sposa.
“Per tutti gli altri il matrimonio segna l’inizio di qualcosa, per noi è stato il compimento di 13 anni di rapporto, una festa della nostra vita insieme”, sono state le parole di Andrea, che continua a parlare di lei al presente, raccontando di quel momento che ha segnato per tanti una commozione a dir poco unica.
Nel loro caso, ha spiegato Andrea, le promesse scambiate “sono state un modo per condividere quello che siamo stati l’una per l’altro”. “Abbiamo portato il letto fuori dalla sua stanza e ad accompagnarla c’era suo padre Mario”, racconta Andrea, portando alla memoria i dettagli di quel giorno. La corona di fiori tra i capelli, il regalo dell’amica che le ha fatto da testimone insieme alla sorella, persino “le sneaker da matrimonio” che Laura aveva ai piedi.
Un momento di grande commozione e le parole dei due
“Ecco, quella era lei: esuberante, fantasiosa, piena di vita”, ha spiegato al quotidiano La Repubblica. L’Ospedale ha voluto condividere la storia sui propri social. “Eventi come questo ci spingono a proseguire con sempre maggiore professionalità e umanità il nostro lavoro”, è stato il commento della struttura. “Sempre più siamo convinti che curare una malattia sia perdente, se non si prende a cuore la cura della persona nella sua globalità. Questo sempre, non solo in cure palliative o in fase di terminalità”.
I due si sentivano infatti già sposati, ha spiegato Andrea. Da tempo avevano messo in conto il matrimonio, poi a causa dei tanti impegni lo avevano rimandato più volte. Fino alla presa di coscienza che la vita della donna si sarebbe interrotta di lì a poco. “Quando i medici ci hanno detto che c’era questa possibilità, ho avuto un unico dubbio, che lei non riuscisse a sostenere le emozioni. Ma alla fine era felicissima, per un momento è sembrato che il nostro periodo insieme non dovesse finire mai“.
Lo stesso Laura lo ha scritto nel messaggio consegnato il giorno delle nozze alla sorella Chiara, che lo ha letto. “La mia vita è sempre stata un’altalena. Con te, Andrea, ho scoperto il senso di appartenenza e non ho mai desiderato altro“.