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Catechesi

Ma siamo proprio sicuri che nei Vangeli non si parli dell’omosessualità?

La recente ed assordante propaganda pro gender ed omosessuali portata avanti prima dai media ed ora dagli Stati insinua il dubbio nei cattolici facendo credere ai più sprovveduti e disinformati che Gesù Cristo non avrebbe mai condannato l’omosessualità anzi che non l’abbia proprio mai nominata tra i peccati. L’unico riferimento diretto alla pratica contro natura sarebbe allora nelle lettere paoline che per beneficio di conoscenza di questi delatori fa anch’esso parte delle sacre scritture, come potrebbero essere lette durante una messa altrimenti?

 

Lasciando perdere per un istante questa ovvietà, proviamo ad assecondare il ragionamento di questi omofili e cerchiamo la correzione fraterna con le stesse parole del Vangelo. Secondo loro l’omosessualità non sarebbe condannata perché non citata direttamente nei Vangeli, ma Gesù non parla forse di Adulterio e Fornicazione? La fornicazione non è l’atto sessuale per se stesso privo della benedizione matrimoniale? In cosa sarebbe diverso il sesso tra due uomini o due donne, perché si dovrebbe sottrarre alla categoria della fornicazione?

 

Sembrerebbero delle domande retoriche, eppure loro vogliono la prova della condanna, dunque è bene ricordare a queste persone che Gesù per ben tre volte ha indicato Sodoma come la città del peccato, come metro di paragone per stabilire una pena, ma vediamo le parole riportate da Matteo e Luca:

 

“Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i miracoli compiuti in mezzo a voi, già da gran tempo avrebbero fatto penitenza cinti di cilicio e ricoperti di cenere. Perciò vi dico: nel giorno del Giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno severamente di voi. E tu Cafarnao, sarai esaltata sino al cielo? Tu discenderai all’inferno: perché se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli operati in te, oggi ancora sussisterebbe. E però vi dico, che nel giorno del giudizio il paese di Sodoma sarà trattato meno duramente di te”.

 

Il discorso di Gesù è una condanna nei confronti di quegli ebrei che davanti all’evidenza del verbo incarnato non vollero convertirsi a lui e peccarono di miscredenza l’unico peccato al di sopra di ogni altro. Dunque con queste parole, Gesù vuole fare capire loro che la pena che subiranno sarà ben peggiore di quella riservata a Sodoma e Gomorra che in antichità era considerate l’esempio massimo di peccato, l’emblema della corruzione dei costumi.

 

I peccati di Sodoma (città da cui prende il nome la sodomia, per intenderci) erano già ben noti prima della discesa di Nostro Signore, e la traccia della condanna la troviamo nelle parole di Ezechiele (profeta di Dio anch’esso):

 

“Com’è vero che io vivo, dice il Signore Dio, tua sorella Sodoma e le sue figlie [le città dipendenti] non furono sì perverse come te e le figlie tue. Ecco, questa fu la colpa di Sodoma, tua sorella e delle sue figlie: superbia, sovrabbondanza di cibo e pigrizia: non aiutavano il povero e l’indigente; ma insuperbirono e fecero ciò ch’è abominevole davanti a me: per questo io le distrussi non appena vidi la loro condotta”.

 

L’ultima frase: “ E fecero ciò che è abominevole davanti a me” è chiaramente riferita agli atti contro natura, come si può notare la condanna di Sodoma è ben presente nella civiltà antica e come scritto sopra Gesù stesso la indica come metro di paragone del peccato, inoltre la distinzione tra adulterio e fornicazione è fatta di proposito per indicare ogni peccato carnale, la lussuria infatti è alla base della perversione e la perversione (la dove perverso è contro natura) alla base dell’omosessualità, a conti fatti Gesù non ha mai condannato l’omosessualità?

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