In questo viaggio nel cuore del Sud America, non sono mancati, per Papa Francesco, i motivi per parlare di scottanti argomenti: le violenze, le guerriglie, la droga e anche i credenti tiepidi.
“Cosa posso dire a un giovane che non crede in Dio? L’ultima cosa che bisogna fare è dirgli qualcosa.”. “Inizia a fare, inizia a comportarti in modo tale che, l’inquietudine che porta dentro, lo renda curioso e ti chieda la tua testimonianza.”.
Questo affermava il Santo Padre all’incontro con i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i consacrati, le famiglie tutte, svoltosi al “Centro La Macarena” di Medellín, un paio di giorni fa.
“Non bisogna avere paura. In questa terra complicata, Dio ha sempre compiuto il miracolo di generare buoni raccolti (…). Non manchino vocazioni in nessuna comunità, in nessuna famiglia di Medellín!”.
E il discorso è presto scivolato sull’attenzione alle vocazioni poco ispirate, che potrebbero arrecare gravi ed irreparabili danni alla chiesa e alle persone. Queste sono definite dal Papa “vocazioni all’acqua di rose, come diceva mia nonna”, spiegandosi anche con le famiglie del luogo che affrontano gente che ha perso la fede, a causa dei sicari della droga e delle loro nefandezze.
“I giovani sono naturalmente inquieti, un’inquietudine spesso distrutta, ingannata dai sicari della droga. Medellín mi ricorda questo: mi evoca tante giovani, vite stroncate, scartate, distrutte.”.
Ha quindi invitato tutti a ricordare quanto accade e a “chiedere perdono per coloro che hanno distrutto la speranza di tanti ragazzi; chiedere al Signore di convertire i loro cuori”, perché “finisca questa sconfitta dell’umanità.”.
Ma c’è chi si perde e non crede, come sarebbe doveroso, anche tra i prelati: “vogliono portare onori, quando sono spinti dalla ricerca della tranquillità personale e della promozione sociale, quando la motivazione è salire di categoria, attaccarsi agli interessi materiali.”. “Il diavolo entra dal portafogli.”. “Non si può servire Dio e il denaro, non possiamo approfittare della nostra condizione religiosa e della bontà del nostro popolo, per essere serviti e ottenere benefici materiali.”.
Per questo, ha invitato i presenti a far riferimento ad una Santa del luogo e, da lei, trarre ispirazione, per un retto esame di coscienza e un opportuno comportamento:
“Pensiamo a Santa Laura Montoya, una religiosa ammirevole, le cui reliquie abbiamo con noi, e che da questa città si è prodigata con una grande opera missionaria, a favore degli indigeni di tutto il Paese!”.
E’ lei un esempio da seguire, a cui attingere ogni giorno, poiché, “quanto ci insegna questa donna consacrata dalla dedizione silenziosa, piena di abnegazione, senza altro interesse che quello di mostrare il volto materno di Dio!”, è utile a tutte le generazioni future.
“Il Signore ha posto il suo sguardo sulla Colombia e voi siete il segno di questo amore privilegiato.”.
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