Chi non ha letto almeno una volta il Vangelo o non conosce nel profondo la storia di Gesù può pensare che, il segno distintivo del cristiano, sia un simbolo di morte, di sconfitta.
Un Dio in croce, morente, non è certo un’immagine di immediata comprensione, ma -si sa- il nostro Dio non è mai stato conforme alle regole umane.
Del resto, dovremmo essere noi umani a conformarci alle sue e a lui che le ha create.
Il teologo Don Luigi Maria Epicoco ci aiuta a capire meglio questo passaggio.
Quando nel Vangelo leggiamo: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.”, stiamo, in effetti, parlando dell’Esaltazione della Santa Croce, che indica come, attraverso la sofferenza, si possa amare a dismisura e si offra tutto per l’altro.
E’ questo che ha fatto Gesù per noi, innalzandosi sulla croce!
Non è forse quello che anche i genitori fanno per i figli e che tutti noi pensiamo di fare per le persone di cui ci innamoriamo?
Beh, Dio è innamorato di noi e ci tratta da figli.
Dice Don Luigi: “Ecco cos’è la croce cristiana: non l’amore per il dolore e la sofferenza, ma l’amore per l’amore stesso, portato fino alle estreme conseguenze, di essere persino disposti a soffrire per ciò che si ama. Cristo per questo è salito sulla Croce e ci ha così insegnato che per amore nostro è disposto a tutto, anche a morire.”
Ecco che la croce assume il senso che le spetta e ci ricorda che, laddove si ama, l’amor proprio muore, lasciando il posto alla generosità massima.
“La Croce non serve a farci venire i sensi di colpa, ma a ricordarci quanto valiamo davanti al Signore. “Tu vali tutto, anche la mia stessa vita”, dice Gesù. Per questo la Croce è il segno distintivo per noi cristiani, perché è il segno di un amore senza condizioni, un amore fino alla fine, un amore disposto a dare la propria vita. Se delle volte le nostre croci sono pesanti, è solo perché non abbiamo qualcuno per cui valga la pena tutta quella sofferenza e tutta quella fatica. È per questo che Cristo è venuto al mondo, per dire che “per amore Suo” noi possiamo tutto. Ci chiede di amarLo, non per comando, ma affinché tutto valga la pena sempre, nonostante tutto.”.
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