Nelle parole di Gesù relative all’importanza del digiuno e alle modalità attraverso cui eseguirlo, si cela un significato molto profondo. Le sue parole, infatti, rimarcano il vero significato della sincerità e possiamo comprenderle leggendo e approfondendo il suo pensiero, espresso nel Vangelo di Matteo.
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La lettura dei Vangeli è sempre un’occasione per fermarsi a riflettere sugli insegnamenti di Gesù. Nelle sue parabole, nei suoi discorsi e nei suoi pensieri troviamo sempre un riferimento alla vita quotidiana e questi riferimenti ci permettono di crescere spiritualmente. Ma questo, certamente, è possibile solo ponendo la giusta attenzione al testo e, soprattutto, la giusta propensione a incanalare le parole nel nostro cuore. Il messaggio che Gesù, in questa occasione, ci offre, lo ritroviamo nel sesto capitolo del Vangelo di Matteo. In questo fondamentale scritto troviamo uno degli insegnamenti più profondi spiritualmente che il Cristo ci ha lasciato. Il tema affrontato da Gesù è quello del comportamento dei suoi discepoli, in modo particolare sul tema del digiuno. In questo caso, come in tantissimi altri, le parole di Gesù sono dirette e chiarissime: non abbiamo alcuna necessità di digiunare facendoci vedere dagli altri. Lo scopo del digiuno, infatti, è quello di avvicinarci a Dio, tenendo lontana ogni ostentazione.
Gesù e il suo pensiero sul digiuno
Le parole di Gesù in merito alla pratica del digiuno: esso va eseguito in un certo modo, senza alcuna ostentazione. Nel sesto capitolo del Vangelo secondo Matteo leggiamo: “E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Il vero tesoro” (fonte: Matteo, 6,16). Nel contesto in cui queste parole sono state rilasciate dal Cristo, il digiuno rappresentava un atto di penitenza, un modo per esprimere umiltà davanti a Dio. Lo si faceva per chiedere perdono, per purificare la propria anima, oppure per prepararsi spiritualmente a una divina rivelazione.
Lo spirito del digiuno
Tuttavia, come spesso accade in molte di queste pratiche, col passare del tempo, lo spirito relativo a questa pratica è andato corrodendosi. Questo gesto, infatti, è diventato un mero “gesto pubblico” che tende alla volontà di ricevere lodi e riconoscimenti. A tal proposito, Gesù parla infatti degli ipocriti. questi sono coloro che, come ci ricorda il Cristo nel Vangelo, digiunano con aria malinconica, trascurando il loro aspetto e cercando quindi di mostrare a tutti che stanno vivendo una pratica dolorosa e difficile. Non deve essere invece questo l’atteggiamento di chi pratica questo gesto così importante e profondo. La vera ricompensa non è di questo mondo infatti.
La vera ricompensa
La ricompensa di cui parla Gesù nel Vangelo è quella che sta in segreto, perché “tuo Padre è nel segreto“. Nel suo messaggio, Gesù ci offre una visione totalmente diversa del digiuno. Egli invita infatti i suoi discepoli a lavarsi il volto, curando il loro aspetto. Ciò che deve risultare è, dunque, la felicità del gesto e questo può avvenire se il gesto viene fatto con autenticità. Dio, infatti, vede nel segreto e premia la sincerità dei cuori che operano con autenticità.
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