La catena di supermercati ‘Lidl’ ha pensato bene di mettere una foto promozionale del Borgo di Dolceacqua davanti alle casse dello store di Camporosso. L’iniziativa di per se è lodevole, dato che viene dato risalto ad una zona di grande rilievo artistico in cui si trova il supermercato, se non fosse che nella foto in questione sono state oscurare le croci dei campanili per non urtare la sensibilità dei clienti immigrati, in prevalenza musulmani.
La decisione sarebbe stata presa per salvaguardare gli affari, il supermercato ha una politica sui prezzi favorevole alle fasce di reddito più povere e dunque anche agli immigrati, ma rischia di offendere i clienti italiani ed ha suscitato l’ira del sindaco di Dolceacqua, il quale, venuto a conoscenza del “Ritocco”, ha provveduto a mandare delle lettere ai vertici italiani ed internazionali della catena per chiedere che le croci vengano rimesse, minacciando al contempo un’azione legale qualora le sue richieste non vengano assecondate.
Il Borgo di Dolceacqua è la parte architettonicamente più rilevante della Val di Nervia ed una delle più apprezzate del nostro Paese, quello scorcio medievale che si erge sul fiume è uno dei paesaggi più fotografati d’Italia ed è ritratto persino in una tela di Monet. L’averlo privato di una delle sue caratteristiche peculiari, insomma, è un affronto alla storia ed alla cultura del paese che il sindaco Fulvio Gazzola non è intenzionato a sopportare.
Intervistato dal ‘Secolo XIX’, Gazzola ha riferito: “Ce lo hanno segnalato tempo fa e avevo segnalato la cosa al supermercato, chiedendo di cambiare il pannello con la foto, ripristinando le croci della chiesa. Mi avevano risposto che era una immagine provvisoria, in bianco e nero, e di aspettare. Ora ho atteso, ma non è successo nulla. Quindi basta”. La Lidl non è nuova a simili polemiche dato che per politica aziendale applicata in ogni nazione tende a rimuovere i simboli religiosi all’interno dei suoi store: lo scorso settembre un cliente si era lamentato della mancanza delle famose cupole blu di Santorini in delle confezioni di biscotti greci ed i vertici della catena avevano risposto alle sue lamentele dicendo che si trattava di un’applicazione del ‘Politically Correct’.
Il sindaco di Dolceacqua, però, non è disposto a soprassedere sulla questione poiché ritiene si tratti di: “Un fatto lesivo dell’immagine del nostro paese e delle nostre tradizioni cristiane. Si tratta di una foto che rappresenta, o che dovrebbe rappresentare la realtà dei luoghi e non è invece un disegno soggettivo”. In seguito al vespaio generato dalla vicenda, i vertici dell’azienda hanno risposto in questo modo: “L’immagine di Dolceacqua è stata acquistata da un database fotografico, stampata e affissa nel punto vendita. Non ci siamo accorti che l’immagine acquistata non presentava le croci. Nessuna strategia di marketing, ma una semplice svista di cui ci scusiamo sia con i nostri clienti che con gli abitanti di Dolceacqua. Come già comunicato al sindaco, l’immagine verrà rimossa e sostituita immediatamente”.