La sacra Sindone si mostra ai giovani, nel Duomo di Torino. Proprio stasera, ci si aspetta che il cielo porti luce nuova, anche grazie al sacrificio di San Lorenzo, che lasciò salire al Signore le scintille che ardevano il suo corpo, martirizzato su una grata rovente, per non aver voluto rinnegare i poveri di Dio e la sua Parola.
E proprio stasera, Torino ospita le nuove scintille della fede: ben 2.500 giovani che saranno al Duomo per contemplare il sacro lino, quello su cui posero le spoglie mortali del Cristo, per le poche ore in cui venne posto nel sepolcro, prima della Santa Pasqua si resurrezione.
“Sarà una venerazione straordinaria, perché, per la prima volta nella sua storia, potrà essere contemplata a pochi centimetri di distanza”, dice Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, nonché custode pontificio della Sindone.
L’Arcivescovo Noviglia si riferisce al fatto che la Sindone si mostra ai giovani da “dietro i vetri della cappella che la ospita” e pare essere “completamente nuova”, un “punto di svolta nell’esperienza della nostra Chiesa e della gente”.
Tanto che Monsignor Nosiglia suggerisce che “Sarebbe il modo ideale di fare anche le prossime ostensioni, ma bisogna rendersi conto delle difficoltà. E’ già difficile con 2.500 pellegrini, figuriamoci quando i visitatori sono 2 milioni”.
Certo, è difficile sicuramente gestire un via vai di fedeli che accorrono a vedere la Sindone, ma se fosse possibile, tutti ne sarebbero entusiasti; “se fosse possibile sarebbe bello organizzare questo tipo di venerazione per particolari categorie di persone, come i poveri o i disabili”.
E noi siano della stessa opinione dell’Arcivescovo Nosiglia, perché tutti possano avere il loro solenne momento, davanti al sacro lino e contemplare da vicino il dono di Dio al mondo, espresso nel corpo martoriato del Figlio, che su quel lenzuolo ha lasciato tracce del supplizio, patito per ognuno di noi.
Antonella Sanicanti
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