Questa mattina dei missili lanciati da basi americane e inglesi che si trovano a nord della Giordania, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa iraniane, hanno colpito alcuni punti strategici ed ucciso 26 combattenti pro regime di Assad tra cui 18 iraniani ed alcuni alti ufficiali dell’esercito. La notizia di una morte “eccellente” tra le truppe siriane è stata successivamente smentita dall’agenzia di stampa di Teheran ‘Tasnim‘. Mentre sarebbe più alto il numero delle vittime, circa 40, con almeno 60 feriti durante i raid alleati sulle basi militari di Hama ed Aleppo.
Insomma non ci sono ancora notizie certe su quanto successo la scorsa notte in Siria se non per la conferma di un attacco britannico-americano. Appresa la notizia dell’attacco, papa Francesco ha rinnovato il suo appello alla pace, come fatto durante l’angelus domenicale, dicendo: “Reciteremo il Rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero”, quindi ha invitato tutti i fedeli a prolungare la recita del Rosario per tutto il mese di maggio.
Situazione instabile in Siria
I passi in avanti fatti dal governo americano nella questione coreana, lo storico incontro tra le due coree sancisce di fatto una tregua con gli USA che deve solamente essere messa per iscritto, non corrispondo alla situazione medio orientale, dove gli Stati Uniti, forti dell’appoggio di Francia e Gran Bretagna sono intenzionati a continuare l’assalto cominciato qualche settimana fa per porre fine al governo di Assad. Difficile prevedere l’evoluzione di questo scenario bellico, sopratutto se nella contesa si inserirà nuovamente la Russia che già durante il primo attacco aveva criticato duramente l’ingerenza americana sul fronte siriano promettendo ripercussioni per quello che, a detta di Putin (e non solo), è una violazione della sovranità di uno stato.
Luca Scapatello