Una gioia immensa, quella scaturita dalla riapertura e consacrazione, dopo otto anni, della Cattedrale maronita di Aleppo. Sentito il ringraziamento di Monsignor Tobij.
La Cattedrale maronita di Aleppo, dedicata a Sant’Elia, potrò riaccogliere finalmente, dopo otto anni di inattività, i fedeli. Come riporta Avvenire, tutto ciò è stato possibile grazie, principalmente, al prezioso contributo offerto dall’associazione religiosa “Aiuto alla Chiesa che soffre”. La fondazione pontificia è stata infatti tra i maggiori finanziatori del progetto di riapertura della cattedrale, costruita alla fine del XIX secolo e che subì importanti danni per mano di un gruppo di jihadisti. Dopo lungo tempo, i fedeli del posto, potranno riabbracciare il luogo di culto.
Cattedrale maronita di Aleppo: la chiusura forzata
Edificata nel 1873, nel quartiere Al Jdeydeh, la Cattedrale maronita di Aleppo è stata vittima di numerosi eventi drammatici negli ultimi anni. Al fine di far scomparire ogni traccia della cristianità nel Paese, nel 2013, un gruppo di jihadisti attaccò la Cattedrale provocandole diversi danni materiali . La sua chiusura, forzata, è stata tuttavia allungata a causa del mancato reperimento dei fondi per la ricostruzione. Così, per lunghi otto anni, la cattedrale è stata privata del culto.
La rinascita: un grande segno di speranza
La riapertura della Cattedrale, che suona un po’ come una rinascita, rappresenta un grande segno di speranza per tutta la cristianità. A prender parola sulla riedificazione del luogo di culto è stato Monsignor Joseph Tobij: “Un segno di speranza e di rinascita non solo materiale ma dell’intera comunità”. Nonostante il numero dei fedeli sia diminuito negli ultimi anni, questa riapertura può rappresentare un segno importante e un fulcro per il riavvicinamento di molte persone.
Aiuto alla Chiesa che soffre: il prezioso contributo
Nell’annunciare la gioia della riapertura, Monsignor Tobij ha voluto ringraziare sentitamente la fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”, tra i maggiori finanziatori del progetto. La ricostruzione del tetto, esattamente come quello originale, ha rappresentato una delle sfide più difficili, ha sostenuto l’Arcivescovo maronita di Aleppo. La generosità della fondazione e di tutti coloro che hanno contribuito a questa riapertura è stata immensa e ha permesso ai fedeli del luogo, oggi circa 30 mila, di riabbracciare, ancora una volta, il bellissimo luogo di culto.
Fabio Amicosante
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