Quello dell’inquinamento ambientale, sfruttamento delle risorse e, più in generale, della violazione del sistema ecologico è un tema molto sentito dai recenti Papi della storia.
Nell’analizzare una tematica così importante come quella del sistema ecologico, troppo spesso violato, ci appelliamo a un recente studio di storia comparata delle religioni.
In questo studio, il professor Guiducci, esperto di storia della Chiesa, mette in relazione i contributi offerti dalla religione islamica e da quella cristiana. Ne consegue un’attenzione minuziosa da parte di entrambe le confessioni, a un tema che l’uomo tende a dimenticare. In questo contesto ci occuperemo del pensiero dei recenti Papi sul tema ecologico.
Il sistema ecologico: quel discorso di Papa Giovanni XXIII
Era il 4 ottobre del 1962 quando l’allora Pontefice Giovanni XXIII si espresse su questa importante tematica pronunciando quella che Guiducci presenta come “affermazione-chiave”. Sul tema del “rispetto del Creato”, Papa Roncalli sosteneva che si può definire “Paradiso sulla terra” un uso moderato e saggio delle cose buone. Ricordandoci che è la Provvidenza ad averci donato tutte queste ricchezze, “esclusive di nessuno, utili a tutti”, Papa Giovanni XXIII ci ricorda che dobbiamo essere consapevoli della ricchezza che Dio ci ha offerto.
La lettera apostolica Octagesima Adveninens di Paolo VI
Papa Paolo VI, nei primi anni Settanta del XX secolo, si esprimeva sul medesimo argomento. La lettera presentata dal Pontefice, come ci ricorda Guiducci, metteva al centro della sua riflessione la parola “trasformazione”. Il Pontefice, allora, parlava di una “trasformazione tanto drammatica quanto inattesa dell’attività umana”. Un monito, da parte di Paolo VI che invita alla riflessione.
Con il continuo sfruttamento sconsiderato della natura, l’uomo non solo rischia di distruggerla, ma rischia a sua volta di essere vittima di tutta questa degradazione. Da qui nasceva l’appello affinché ogni individuo, in una prospettiva cristiana, potesse dedicare la sua attenzione, per assumersi la responsabilità di un “destino comune”.
Giovanni Paolo II e il “rapporto con Dio”
Nel 1997 Papa Giovanni Paolo II parlava ai rappresentanti di un convegno sul tema dell’ambiente e della salute. Il Santo Wojtyla, in quell’occasione, diede una chiave di lettura ancora più significativa sul tema. Sostenne, infatti, che il rapporto che l’uomo ha con Dio determina il rapporto che egli ha con i suoi simili e, soprattutto, con il Creato. La natura, soprattutto in tempi moderni, tende ad essere considerata come “oggetto” nelle mani dell’uomo. Bisogna perciò recuperare un’altra prospettiva, quella dell’insegnamento cristiano, che vede nelle creature che ci circondano il disegno e il dono di Dio.
Il pensiero di Papa Benedetto XVI
Non meno sensibile alla delicata questione è stato il Pontefice emerito Benedetto XVI, negli anni in cui sedeva sulla cattedra di Pietro. Ratzinger è tornato più volte sulla questione ambientale offrendo importanti spunti di riflessione sulla responsabilizzazione da parte dell’uomo. Guiducci prende in considerazione, in tal senso, l’Enciclica Caritas in veritate, dove si parlava di “rinnovata solidarietà”.
Questa solidarietà, sosteneva Benedetto XVI, deve verificarsi non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini. Avvertendo un senso di responsabilità verso il Creato, l’uomo si impegna a difendere sé stesso dalla distruzione.
L’Enciclica Laudato si
Il tema è tanto delicato quanto recente. Nella sua Enciclica Laudato si, Papa Francesco analizza il tema da diversi punti di vista. Guiducci riconosce in quest’enciclica diversi punti di raccordo con l’insegnamento islamico sul tema ecologico.
Ma in questa sede si vuole concentrare l’attenzione sulle “radici” di questa crisi ecologica, affondate nell’operato umano. La diffusione di un’ideologia relativista, che “esprime un’abitudine all’usa e getta“, riflette, come ci ricorda Papa Francesco, una scala di valori controversa, dove il denaro siede al primo posto.
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Fabio Amicosante