Oggi i giovani sono sempre più disorientati, e purtroppo le loro vite “schiavizzate” dalla rete e dai social network. Non bisogna però disperare, perché per loro c’è una ricetta ben precisa.
Tutto ciò emerge anche dalla lettera che l’arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, ha inviato agli adolescenti milanesi in occasione dell’Anno Straordinario loro dedicato dalla diocesi ambrosiana.
L’anno è stato aperto lo scorso 30 settembre da un incontro con il presule a cui hanno partecipato da remoto 1.200 ragazzi. “Gesù non sempre dà risposte, non impone precetti, ma solo un comandamento: amare come lui ha amato. Suggerisce uno stile, piuttosto che di fare questo o quello”, è uno dei passaggi più importanti del testo che il prelato ha indirizzato ai ragazzi.
“Gesù non impone precetti ma solo un comandamento”
La lettera indirizzata agli adolescenti ambrosiani si intitola “Compagni di viaggio” e vuole infatti essere una bussola per orientarsi in un mondo che sembra non avere più punti di riferimento, né luoghi sicuri e legami saldi in cui crescere e fare crescere la propria fede. In particolare dopo la pandemia, uno spartiacque non di poco conto che ora ci invita a fare i conti con le macerie e a ripensare il proprio modo di vivere, i giovani sembrano sembrano più abbandonati a un mondo che non ha tempo per loro.
Per questo è sempre più difficile, per loro, fare maturare la propria vocazione alla vita e alla bellezza, ed è a questo che il prelato prova a dare risposta. La sua è infatti la via per essere, ha spiegato, non essere solamente “uno che segue” ma “quel compagno di viaggio che gli amici e i tuoi educatori hanno avuto la fortuna di incontrare”.
I giovani escano dall’isolamento per vivere come “compagni”
Il riferimento esplicito è alla cultura in cui siamo immersi, quella della velocità, dei social, del virtuale in cui non si ha mai un secondo per fermarsi ad ascoltare, a guardarsi negli occhi e ad ascoltare il mondo che ci scorre e ruota attorno con velocità che non sembrano più a portata dell’umano. “Se vuoi vivere da fellower e non da follower”, ha infatti spiegato Delpini, “sappi che Gesù ti è sempre vicino: esplora la via della gioia e porta a compimento la tua vocazione”.
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Insomma, nel vocabolario dei giovani milanesi è entrata una parola nuova, Fellowers, compagno. Vivere insieme e non da soli, con compagnie buone o persino speciali. La necessità di tanti giovani è infatti quella di trovare compagni giusti, per la semplice ragione che non sempre è così, che “non ogni presenza è un’amicizia”. Alcune, purtroppo, “rendono peggiori”, mentre altre “rendono migliori”.
Chi sono i preziosi compagni di viaggio che diventano saggi consiglieri
Sicuramente, tra queste ci sono “preziosi compagni di viaggio” che diventano anche “saggi consiglieri”, come i più grandi, i preti, le suore, gli educatori, ma anche i genitori stessi. Sono loro infatti a ricordare ai giovani che “la vita è una vocazione”. I saggi consiglieri, infatti, “sono coloro che, docili allo Spirito Santo, aiutano a entrare nella verità”.
“Sono le amicizie che rendono più facile fare il bene desiderabile”, ha spiegato il prelato, aggiungendo che queste amicizie “non si costruiscono perché uno lo vuole, ma per una speciale grazia di Dio“. Non a caso, il vescovo ha lanciato infine un appello a tutti i ragazzi.
“Non dovete sottovalutarvi”, perché “ciascuno di voi è prezioso”
“Non dovete sottovalutarvi”, perché “ciascuno di voi è prezioso”. Al contrario, “quello che vi rende importanti, belli, preziosi è che voi siete capaci di amare!”. Ma c’è un’amicizia che più di ogni altra ci pone “la condizione per fare le scelte giuste, per portare molto frutto, per sperimentare la gioia”.
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Si tratta dell’amicizia con Gesù, e quindi l’invito è a rimanere in Lui e con Lui. “La testimonianza degli apostoli propone di chiedere a Gesù di essere compagno di viaggio per compiere le scelte giuste nei momenti importanti della vita come nella quotidianità”, ha concluso Delpini.
Ecco le regole che servono ai giovani per sfuggire dal male
Per questo, è necessario vivere con vocazione, ovvero “dialogando con Gesù”. Infatti il Signore “vive sempre con noi, perché nella vita quotidiana dimora la gloria di Dio”, che è “l’amore che rende capaci di amare”.
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Come fare? Con la preghiera, imparando “quale grazia sia la confessione”, e infine “scrivere una regola di vita”. Oltre, ovviamente, a non trascurare mai la Messa. Perché “non possiamo rinunciare al pane del cammino”.