Soldato russo catturato: videochiama la mamma e scoppia in lacrime

Il commovente video che ha fatto il giro della rete mostra l’insensatezza della guerra, di questa in Ucraina e di ogni altra, e la realtà di chi si nasconde davvero dietro le divise di coloro che sono mandati al fronte a uccidere.

Le lacrime del giovane a colloquio con la madre mettono in luce che dietro la barbarie della guerra ci sono poveri giovani mandati al massacro, e che c’è bisogno di amore per sconfiggere il male.

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Un giovane soldato russo, poco più che un ragazzino, viene catturato dagli ucraini. Un gruppo di giovani donne gli si avvicina per sfamarlo e gli porgono un telefono per videochiamare la madre. Il soldato si è arreso dopo giorni di battaglia, dimostrando che il male assoluto della guerra non è di certo quello che desidera il suo cuore.

La videochiamata e poi lo scoppio in lacrime del giovane

Mentre videochiama la madre per dirgli che sta bene, con in mano un té caldo, i suoi occhi si riempiono di lacrime. Solo in quel momento, forse, ha cominciato a realizzare realmente che cosa stava facendo. La scena è stata ripresa in un video e poi postata su diversi gruppi social, facendo in poco tempo il giro dei media di tutto il mondo.

Il primo a diffonderla al grande pubblico è stato il corrispondente da Mosca per il “Wall Street Journal” Matthew Luxmoore, attraverso il proprio profilo Twitter. Il soldato è spaventato, sconvolto, provato da lunghi giorni di battaglia al freddo e con poche razioni di cibo. Di fronte alla tenerezza delle donne ucraine, che gli pongono cibo e cellulare, accetta quello che gli viene offerto.

Intorno, donne e uomini armati. Appena la madre prende la parola il figlio non riesce a parlare e scoppia in lacrime. La scena mette in mostra tutto ciò che è realmente la guerra, oltre la brutalità del male che viene compiuto. Poveri uomini, spesso giovani e bisognosi di denaro, che decidono di partire per combattere in cambio di pochi soldi, rischiando di macchiarsi di crimini inumani capaci di compromettere l’integrità della loro anima per sempre.

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Non preoccuparti Natasha, tuo figlio è vivo e vegeto. Ti chiamerà dopo“, sono le parola della ragazza ucraina che conforta la donna al telefono, preoccupata per il figlio. Una scena estremamente potente e commovente, che mette sotto i riflettori un briciolo di umanità e di speranza in un mare di morte e di disperazione, dovute al conflitto ucraino che non mostra di volere cessare.

Nei giorni precedenti, durante la prima riunione d’emergenza delle Nazioni Unite, era stato l’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya a rendere nota la conversazione tra un giovane soldato russo, poi morto, e sua madre. “Mamma, sono in Ucraina. C’è una vera guerra che infuria qui. Ho paura. Stiamo bombardando tutte le città, prendendo di mira anche i civili. Ci avevano detto che ci avrebbero accolto… Ci chiamano fascisti. Mamma, è così difficile”.

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Finora sarebbero più di cinquemila i soldati russi morti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto loro con parole incendiarie: “Siete tutti ragazzi giovani, non volete morire qui. Lo so molto bene. Non avete idea di dove state andando… Quindi arrendetevi, ragazzi. Vi daremo da mangiare, vi daremo acqua, nessuno vi molesterà. A differenza di voi, noi non uccidiamo persone non armate”.

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