Papa Francesco alza lo sguardo a Maria: a colei che a sua volta ci rimanda a Cristo, il Figlio di Dio portato nel grembo della Vergine, il principe della pace da pregare in un mondo dilaniato dalle guerre.
Nella Santa Messa in occasione della Solennità di Maria Madre di Dio – prima festa mariana istituita nella Chiesa occidentale – e della Giornata mondiale della pace voluta da Paolo VI, papa Francesco ha ricordato la bellezza e l’importanza di poter elevare lo sguardo del nostro cuore a Maria, a colei che essendo Madre ci rimanda alla relazione con il figlio.
Maria “ci riporta a Gesù, ci parla di Gesù, ci conduce a Gesù”. La solennità di oggi torna così a immergerci nel mistero del Natale, nel quale Dio si è fatto uno di noi nel grembo verginale di Maria. Proprio nei giorni di apertura della porta santa del Giubileo Maria viene a ricordarci di essere la porta attraverso la quale Cristo entrò nel mondo.
Lo dice anche San Paolo quando ricorda che Dio mandò nel mondo il suo Figlio “nato da donna”. Queste parole ci rimandano nuovamente al mistero dell’Incarnazione del Verbo. Attraverso un grembo umano Dio si è fatto veramente uomo.
Oggi, ammonisce Francesco, c’è una tentazione che affascina molti e potenzialmente seduttiva anche per tanti cristiani: “Immaginare o fabbricarci un Dio astratto, collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera”, ha detto il pontefice nell’omelia della messa presieduta nella basilica di San Pietro.
Francesco: Maria Madre di Dio ci ricorda la concreta umanità del Figlio di Dio
Gesù però non è un’idea astratta o un concetto. La maternità di Maria ci ricorda quanto Cristo “è concreto, è umano, è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con lui”. “Cristo Gesù, il nostro Salvatore, è nato da donna”, ha ribadito il Papa. Il Dio fatto uomo “ha carne e sangue; viene dal seno del Padre, ma si incarna nel grembo della Vergine Maria; viene dall’alto dei cieli ma abita le profondità della terra; è il Figlio di Dio, ma si è fatto Figlio dell’uomo”.
Cristo Gesù, “immagine del Dio Onnipotente, è venuto nella debolezza; e pur essendo senza macchia, Dio lo fece peccato in nostro favore”. Dopo aver aggiunto a braccio che il Salvatore “è nato da donna, è uno di noi”, Francesco è tornato a soffermarsi sull’espressione paolina “nato da donna”.
Usando queste parole l’apostolo delle genti, sottolinea il pontefice, “ci parla anche dell’umanità del Cristo, per dirci che egli si svela nella fragilità della carne”. Sì, perché se Gesù “è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che egli si mostra nella fragilità di un bambino”.
Ecco perché i pastori, nel vedere con i propri occhi quanto era stato loro annunciato dall’angelo, “non trovano segni straordinari o manifestazioni grandiose, ma trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. Trovano un neonato inerme, fragile, bisognoso delle cure della mamma, bisognoso di fasce e di latte, di carezze e di amore”.
Angelus 1° gennaio in piazza San Pietro: Francesco ricorda il cuore grande delle mamme
Dopo aver rinnovato gli auguri di buon anno a tutti, prima della preghiera dell’Angelus Francesco è tornato sul racconto evangelico e sullo stupore dei pastori davanti alla nascita del bambino. Oltre a quello che hanno visto i pastori il papa ha attirato l’attenzione anche su quello che non hanno visto: il cuore di Maria che serbava ogni cosa nel suo cuore.
Tutti gli uomini sono uomini ma nessuno di noi ha scelto di nascere, ha detto Francesco. Dio invece sì: ha scelto di nascere per portarci la salvezza. Nel cuore di Maria, nostra Madre, “batte la speranza della redenzione”.
Francesco ha invitato a ricordare tutte le mamme, invitando a mediare sulla bellezza della pace e, al contrario, sulla disumanità della guerra che “spezza il cuore delle mamme”.
Dopo la preghiera mariana il papa si è nuovamente appellato alle coscienze di tutti invitando a lottare per la pace, augurando ancora buon anno con la benedizione della Vergine Maria.