Sono passati cinque giorni da quello che dovrebbe essere un evento surreale e che invece negli Stati Uniti è divenuta una triste realtà. Giorno 14 febbraio 2018 Nikolas Cruz ha fatto irruzione nella sua ex High School, la Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland (Florida), ed ha fatto una strage sparando indiscriminatamente su studenti ed insegnanti. L’esito di questa ennesima sparatoria negli USA è di 17 vittime tra studenti ed insegnanti ed in questi giorni tutti i cittadini americani si chiedono ancora una volta perché il loro governo non prenda provvedimenti per impedire la fruizione di armi a minori e persone con un profilo psicologico instabile.
In attesa che le parole dei politici non si limitino solamente ad ipocrite condoglianze per i genitori delle vittime, emergono le storie di chi a quella tragedia è sopravvissuto e ne porterà un ricordo indelebile. In questi giorni la storia che suscita maggiore commozione è quella di due fratelli che durante la sparatoria si sono scambiati dei messaggi per sapere se l’altro stesse bene e raccomandarsi di non fare gesti avventati. Ad iniziare quella conversazione al cardiopalma è stato il più grande dei fratelli Zeif, Sam (18 anni) che ha scritto al fratello minore Matthew (14 anni) con il timore che gli fosse successo qualche cosa:
Sam: Stai bene?
Matthew: fortunatamente. Solo per tua conoscenza ti amo
Sam: Anch’io.
Matthew: sei e sarai il miglior fratello possibile.
Sam: usciremo da qui entrambi, te lo prometto.
Matthew: Sam.
Sam: si.
Matthew: ci sono i poliziotti qui. Il mio insegnante è morto.
Sam: si.
Matthew: lui è seduto davanti ad un uscita
Sam: Non saprei
Matthew: io mi trovo al terzo piano, pensi che sono al sicuro?
Sam: Non fare niente, Non fare niente, non ti muovere, rimani nascosto.
Dopo questo scambio di parole, la polizia ha fatto il suo ingresso al piano in cui si trovava l’attentatore e lo ha arrestato, entrambi i fratelli Zeif sono usciti incolumi dalla sparatoria ed è lo stesso Sam che ha voluto condividere questi messaggi sul proprio profilo Twitter per mostrare agli amici la paura provata in quel momento e la felicità di essere uscito vivo da quella tragica giornata di San Valentino. La cosa più importante, però, è quella di aver visto che il fratello era sano e salvo: “La parte più terrificante era quella di sapere che il mio fratellino era sopra di me e non sapevo se lo avrei mai più rivisto. Non l’ho mai trattato come meritava. Non commetterò lo stesso errore mai più. Il sollievo più grande è stato quello di rivedere il suo viso fuori dalla scuola”.
Luca Scapatello
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