Ancora un dramma e arriva la decisione di don Patriciello che sconvolge tutti ma assolutamente necessaria per il bene della comunità.
Dopo l’ennesima “Stesa” al parco Verde di Caivano, infatti, don Patriciello ha deciso di sospendere il campo estivo, con il dolore delle tante famiglie. Il parroco della purtroppo nota zona 167 di Caivano, popoloso centro a nord di Napoli, è fortemente preoccupato per i bambini, e dopo quanto accaduto nell’ultima sera è arrivata la decisione. Bisogna fermarsi, non si può più andare avanti così. Mentre arriva il messaggio per i camorristi: fermatevi.
Il triste fatto di giovedì sera che porta alla decisione
Giovedì sera infatti sonno stati ritrovati ben 26 bossoli da parte dei carabinieri chiamati sul posto con una telefonata al 112. Erano le 21.30 quando i militari sono arrivati sul posto dopo che alcuni residenti, che avevano udito numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi in strada, avevano denunciato l’accaduto.
Pare che quei colpi siano stati sparati in aria, senza causare danni a persone e cose, da parte di più persone, forse giunte su moto. L’obiettivo è quindi creare un clima di paura e di tettore. Don Maurizio Patriciello è un sacerdote molto conosciuto, in prima linea nella lotta alla criminalità. Ad esempio, contro i roghi che devastano il territorio, e non a caso Caivano è al centro della nota “Terra dei fuochi”. Oppure contro la droga, e sempre lì, nel parco Verde, si trova una delle più grandi “piazze di spaccio” d’Italia, tanto da fare da sfondo al romanzo “Gomorra” e all’omonima serie televisiva.
L’annuncio inevitabile che addolora tante famiglie e tanti bambini
Così stavolta ha deciso di andare oltre, con un appello estremamente doloroso e toccante. Quest’anno non ci saranno più attività ricreative all’aperto per i bambini che frequentavano il campo estivo del parco Verde di Caivano. Troppo pericoloso di fronte al fenomeno delle “stese”, questi spari all’impazzata da parte delle cosche criminali, fatti solamente per affermare il loro predominio sul territorio.
“Ho sospeso il campo estivo in parrocchia con decine di bambini, perché non era possibile andare avanti dopo quello che è successo giovedì sera“, ha spiegato don Patriciello. La sua richiesta, l’ennesima, di interventi immediati dello Stato per riportare sicurezza nei luoghi, è lacerante. “Cari fratelli camorristi che giovedì sera ci avete terrorizzati sparando all’impazzata per i viali del Parco Verde di Caivano, vi prego, vi supplico, se non avete pietà per gli adulti innocenti, abbiatela almeno per i tanti bambini del nostro martoriato quartiere: potrebbero essere i vostri figli, i vostri nipotini. Sono impauriti, insicuri, lacerati”, è quanto ha scritto don Maurizio sul suo profilo facebook.
Il messaggio toccante di don Maurizio Patriciello ai mafiosi
Un messaggio altamente toccante che si spera possa fare breccia nel cuore dei malavitosi. “La vita con loro già è stata avara non rubategli anche la gioia di giocare in strada, venire in chiesa, andare a scuola senza correre il rischio di morire o di finire su una sedia a rotelle. Troppi sono i nomi delle vittime innocenti delle `stese´ per poter rimanere tranquilli”.
Don Maurizio, come è stato capace di fare in tutta la sua vita, usa parole cariche d’amore nonostante il tanto male che si respira nell’aria. “Sono un prete. Vi benedico. Prego il Signore che vi doni la gioia di pentirvi, di cambiare vita e di vivere e farci vivere sereni. Se avete bisogno di me, sono a vostra disposizione. Padre Maurizio Patriciello”.
Il sostegno da parte della leader di Fratelli d’Italia e della Lega
Nel frattempo, l’accorato appello ha subito ricevuto il sostegno di tanti, nonché le reazioni anche da parte del mondo politico. Una su tutti e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, chiude il campo estivo organizzato da Don Maurizio Patriciello per i bimbi e i ragazzi del quartiere. Purtroppo, la decisione è stata presa dopo l’ennesima «stesa», spari all’impazzata senza un obiettivo preciso che le cosche criminali usano per affermare il loro predominio sul territorio”, ha scritto la Meloni.
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Ribadendo piena vicinanza al sacerdote. “Fratelli d’Italia è al fianco di Don Maurizio, che rappresenta un presidio di legalità e rinascita in un territorio infestato dalla camorra e che si batte in modo instancabile per offrire ai giovani un’alternativa. Il Governo e le Istituzioni facciano sentire con forza la presenza e la vicinanza dello Stato. Forza Don Maurizio, non mollare. Siamo al tuo fianco”. Insieme alla Meloni, anche gli esponenti della Lega hanno manifestato la loro vicinanza a don Patriciello.
Le parole delle istituzioni locali a cui devono fare seguito i fatti
Come ha dimostrato Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega a Napoli. “Il degrado sociale ed economico in cui sono costretti a vivere i cittadini del Parco Verde di Caivano – e della maggior parte delle periferie di Napoli e della sua provincia – torna sotto i riflettori soltanto quando si registra un episodio eclatante e drammatico, come quello della stesa avvenuta due sere fa. Ora mi aspetto il solito rituale ipocrita di appelli che per qualche giorno apparirà sulla stampa, orchestrato dalle sinistre che governano da decenni la nostra terra”, ha affermato Nappi.
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“Queste vicende invece rappresentano la più dura certificazione del fallimento delle loro amministrazioni, a partire dalla Regione”, ha proseguito il consigliere leghista. “Noi chiediamo di mettere in campo politiche sociali, strumenti di integrazione lavorativa, interventi di riqualificazione urbana per le nostre periferie. Insomma quelle misure che le Istituzioni sono chiamate a garantire prima di tutto nei territori più deboli socialmente per contrastare, coi fatti, l’antistato e le logiche criminali che prosperano per l’indifferenza di certa politica. Se non sanno come farlo siamo pronti a offrire strumenti e collaborazione istituzionale. Non abbiano paura di chiedere a noi che facciamo politica per passione e con competenza, non come mestiere”.
Le toccanti considerazioni di don Maurizio Patriciello
Parole a cui è necessario che seguano dei fatti, ma che allo stesso tempo mettono il dito in una piaga di cui il sud Italia soffre pesantemente, e che il sacerdote ha vissuto da sempre in prima persona. Tuttavia, la voce di un uomo di Dio come don Patriciello non può che essere rivolta al cielo, alla speranza della riconciliazione e della pacificazione. Come emerge dalle parole consegnate al quotidiano Avvenire.
“Non ci credo, non ci crederò mai che l’Italia non abbia gli strumenti per mettere fine alla scandalosa e sanguinaria prepotenza della camorra napoletana. Non mi rassegno oggi e non mi rassegnerò mai al fatto che nel mio Paese ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B”, scrive don Patriciello. Confermando la sua presenza nonostante la forzosa interruzione dei campi per i giovani. “Giovedì sera, siamo in chiesa per la catechesi degli adulti. Non abbiamo voluto sopprimere i nostri incontri per la pausa estiva. Ai pochi che partono per le vacanze, auguriamo buon riposo e buon divertimento; con chi è costretto a restare in paese ci piace continuare ad incontrarci per pregare insieme, riflettere sulla Parola di Dio, leggere alla luce della ragione e del Vangelo quel che accade nel mondo”.
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“No, non me la sento di mettere a rischio la loro vita, la loro incolumità. In questo campo, ammettiamolo, abbiamo fallito”, ha concluso. “Nessuno vuole togliere i meriti a nessuno. Ognuno ha fatto e fa la sua parte. A tutti vanno i nostri ringraziamenti. Ma se in un’afosa sera di questa estate ancora strozzata dalla pandemia, migliaia di cittadini italiani vengono terrorizzati e costretti a chiudersi in casa, vuol dire che abbiamo fallito. Vuol dire che non siamo riusciti, in due secoli, a estirpare la malapianta alle radici. Vuol dire che in Italia ci sono zone franche in cui comanda la camorra. Di questa povera gente, umiliata e discriminata, chi vorrà e dovrà farsene carico? Come sempre la Chiesa c’è. Ma è allo Stato laico e democratico che compete il compito di liberare il popolo sovrano. dall’oppressor perenne”.
Giovanni Bernardi