La memoria liturgica odierna ci porta a riflettere sull’importanza dello sposalizio di Maria e Giuseppe: un matrimonio frutto del disegno divino e guidato dallo Spirito Santo.
Cristo è il Salvatore, Cristo è il Messia e il Messia doveva nascere dalla stirpe di Davide. Tutto ciò sarebbe stato possibile senza l’accettazione, da parte di Giuseppe, della condizione in cui si trovò? Con ogni probabilità no.
Eppure, lo sposalizio della Vergine Maria e del padre putativo di Gesù ci portano a riflettere proprio sull’importanza, ai fini della salvezza, di questo momento. Sappiamo bene che, ai tempi di Gesù, il matrimonio era l’unica via di “salvezza” per una donna che attendeva un bambino. Perché un bimbo fosse veramente riconosciuto e perché la madre non fosse lapidata, il matrimonio era necessario. La condizione in cui si trovò la Vergine Madre dopo aver ricevuto la visita celestiale dell’Arcangelo, non poté dunque prescindere dall’emblematico momento del matrimonio, condizione che Giuseppe, accettò con il cuore. Ancora una volta, è la fonte evangelica a venire in nostro soccorso per ricostruire la storia: “Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto”.
Sposalizio: un figlio legittimo
Arriviamo, dunque, al momento del matrimonio. Questo legame indissolubile rendeva legittimi, di fronte a Dio e di fronte alla società, i figli. Secondo la legge ebraica, infatti, un uomo che si fosse accorto dell’infedeltà della moglie, avrebbe potuto ripudiarla, in pubblico. Ma non è questo il caso di Giuseppe. Non è questo il disegno divino. Non è questo il disegno di Salvezza. Giuseppe, Santo sposo e padre putativo, non ha alcun dubbio della sposa. Lui, che era chiamato “giusto”, non volle affatto ripudiarla. Ed ecco che la maternità Santa di Maria diventa una maternità unica, singolare e divina. Maria, così come Giuseppe, hanno acconsentito al proposito di verginità. Giuseppe era stato scelto da Dio, perché capace di amare la sua Santissima Sposa, in qualità di custode e aiuto della missione divina.
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“Giuseppe, non temere!”
Lo sposalizio di Maria e Giuseppe fu, e non può essere altrimenti, guidato dalla volontà di Dio, guidato e supportato dallo Spirito Santo. A tal proposito, è il Vangelo a specificarci la missione degli sposi quando, attraverso le parole divine dell’Arcangelo, viene detto: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria come tua sposa. Ella partorirà un figlio. Lo chiamerete Gesù”. Il miglior atteggiamento, di fronte a Dio, è la fede. Nel momento del loro Santo Matrimonio, o meglio, nel momento della scelta di dire “sì!” a quel progetto divino, Maria e Giuseppe mostrarono tutta la loro fede e il loro affidamento a quello che sarebbe diventato il loro Figlio.
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Fabio Amicosante