Continua la tratta delle spose bambine in Medio Oriente: a nulla sono serviti finora casi simbolo come quello della piccola Rowan morta ad 8 anni.
Secondo i dati in possesso delle associazioni umanitarie sono circa il 14% le bambine costrette a contrarre matrimonio prima dei 15 anni.
Questo 2019 ha segnato un passo importante per la lotta ai matrimoni combinati tra adulti e bambine. L’Unicef ha infatti indetto la prima giornata mondiale per le ragazze e le bambine, durante la quale si è parlato approfonditamente della piaga delle spose bambine. Secondo i dati condivisi dalla associazione, ad oggi ogni anno circa 70 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni, 23 milioni delle quali in un età inferiore ai 15 anni. Sono circa 400 milioni (escludendo la Cina) le donne nel mondo che si sono sposate prima di aver compiuto la maggiore età.
Questi matrimoni, spesso frutto di accordi economici tra i genitori delle bambine e i futuri mariti, non sono solamente una grave limitazione della libertà personale di queste bambine, ma comportano anche rischi gravissimi per la loro salute. Spesso, infatti, le bambine sono costrette a rapporti sessuali e a gravidanze prima che il loro fisico sia pronto a sopportarli. La conseguenza di simili atti (oltre a quelle psicologiche e sociali) è chiaramente il rischio di una morte precoce tra atroci sofferenze. Sulla pagina dell’Onu viene spiegato come il fenomeno sia in netto calo rispetto ai decenni passati, ma che l’incidenza è ancora troppo alta. Oltre all’approvazione di una legge che vieti i matrimoni con le minorenni, una delle armi per combattere questa prassi è la scuola.
Un caso emblematico di come un matrimonio con una minore possa portare a conseguenze letali è quello di Rowan, una bimba yemenita che nel 2013 è morta poco dopo essere stata ceduta al marito. La storia è emersa qualche mese dopo quella di Nada, una bimba di 13 anni sfuggita al destino stabilito dalla famiglia grazie ad una fuga fuori dallo Yemen. Non è mai stato chiaro se la piccola sia effettivamente morta, visto che le fonti ufficiali hanno smentito il racconto del giornalista Mohammed Radman.
Nonostante le smentite delle autorità yemenite, sono state molte le realtà che hanno confermato la versione del giornalista; tra queste il centro yemenita per i diritti umani e l’Unicef. Pare che la piccola Rowan sia stata venduta dal patrigno (il padre era morto anni prima) per 100 mila rial (2 mila euro) a soli 8 anni. Pochi mesi dopo, la bimba sarebbe morta per le gravi lesioni interne causate da un rapporto sessuale.
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Luca Scapatello
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