Sono molte le persone che hanno problemi spirituali e nemmeno se ne rendono conto. Quando, poi, cominciano a sospettarlo, forse non sanno a chi rivolgersi per farsi aiutare.
Nel marasma generale, qualcuno pensa e spera di salvarsi rivolgendosi a santoni di circostanza o a fattucchieri improvvisati e nient’affatto benevoli.
Ribadiamo, perciò, che l’unico modo efficace per difendersi dagli attacchi demoniaci, dalle vessazioni e da qualunque disturbo sia causato da influenze negative, è rivolgersi ad un prete autorizzato ad espletare il rito di esorcismo.
Sottolineiamo anche che questi “interventi” non sono a pagamento, mai!
Diffidate, dunque, di chi vi chiede denaro per liberarvi dal maligno.
In tutto il mondo, ci sono appena cinquecento sacerdoti esorcismi, che fanno tutti capo ad un’organizzazione internazionale, fondata nel 1990, riconosciuta dalla Santa Sede, l’Associazione Internazionale degli Esorcisti (Aie), che possiede un proprio statuto e condivide un certo rituale.
Poi, abusivamente, ci sono quelli che sono stati soprannominati gli esorcisti “free lance”, che non sono affatto riconosciuti e autorizzati dalla chiesa e si fanno pagare, anche cifre esorbitanti, per il loro servigio.
Il sacerdote esorcista Don Gianni Sini ribadisce: “E’ bene precisare che a pronunciare un esorcismo può essere solo un sacerdote che per la sua pietà, scienza e integrità di vita sia ritenuto dall’Ordinario idoneo e da lui espressamente autorizzato ad esercitarlo e inoltre gli esorcisti iscritti all’Aie.”.
“Non esistono manuali che possono istruire un sacerdote a svolgere la mansione di esorcista, né tanto meno un laico, l’unico testo di riferimento per tutti gli esorcisti é il “Rituale degli esorcismi e preghiere per le circostanze particolari”, firmato dal cardinale Camillo Ruini, allora Vicario Generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, il 25 novembre del 2001, e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.”.
La procedura per impartire un esorcismo, dunque, è comune a tutti i membri dell’Aie e non può essere modificata o personalizzata, perché questo comprometterebbe la buona riuscita del rito e porrebbe a rischio “attacco demoniaco” officiante e richiedente.
Si inizia con l’aspersione dell’acqua benedetta e la recita della litania dei Santi, dopo di che si legge il Vangelo di Giovanni. Si prosegue con l’imposizione delle mani, da parte del sacerdote sulla persona vessata, e la recita della formula di rito che chiede a Satana di andare via.
Si conclude, poi, con un canto di ringraziamento.
Tutto il resto è inventato, falso o non adatto, nonché molto pericoloso, soprattutto per lo spirito.