Difficile spiegare cosa sia davvero accaduto, ma di fatto quel giorno cambia per sempre la vita del religioso francescano che doveva morire, e forse anche quella del suo aguzzino.
La vicenda misteriosa che vede protagonista un sacerdote e un islamico, ha preceduto una constatazione molto importante.
Ci sono situazioni come questa che infatti restano avvolte da un alone di mistero, anche se chi crede in Gesù sa bene che, anche se certi avvenimenti non hanno una risposta dal punto di vista razionale, c’è un forza più grande di tutte le altre che si manifesta nel momento del bisogno con i suoi figli prediletti, e che mostra come la potenza del Signore non ci abbandona mai.
L’incredibile vicenda del sacerdote francescano
La vicenda riguarda padre Abuna Nirwan, sacerdote francescano originario dell’Iraq. Il religioso era infatti andato a fare visita alla sua famiglia in Iraq, accompagnato con un taxi preso frontiera siriana. Il suo obiettivo era quello di raggiungere i genitori a Mosul dopo essere arrivato a Baghdad.
Tuttavia l’autista, cristiano, aveva molta paura, visto che in Iraq la situazione era tutt’altro che semplice. Poco prima di salire in macchina, anche una famiglia musulmana chiese di essere accompagnata, il conducente accettò e anche il religioso non fece obiezioni. Poco dopo si aggiunse anche un altro giovane, sempre musulmano.
Dopo un’ora di viaggio, arriva la prima ispezione. Si tratta di un check point militare, dove però i membri di un’organizzazione terroristica islamica avevano fatto irruzione, uccidendo i militari e prendendone il controllo. L’autista era terrorizzato, e alla richiesta dei documenti non è stato dapprima chiesto loro di scendere dalla macchina.
Una volta fermi al posto di blocco, venne portato in “ufficio”
Semplicemente, hanno portato i documenti in ufficio, e al ritorno hanno chiesto al sacerdote di cristiano di uscire e andare in ufficio. “Molto bene, se dobbiamo andare andremo”, è stata la risposta serafica del religioso. Da lì, hanno camminato un per un quarto d’ora, fino a giungere a un’insolita baracca.
Appena arrivati, due uomini sono uscito dal buio. Uno brandiva un coltello e una telecamera. L’altro aveva in mano il corano. Dopo uno scambio di battute, e una richiesta sulla nazionalità del sacerdote, hanno afferrato da dietro il ragazzo che viaggiava con loro e l’hanno ucciso, brutalmente, con il coltello. A quel punto vanno da Abuna e gli legano le mani.
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“Padre, stiamo registrando tutto questo per al Jazeera. Vuole dire qualcosa? Per favore, non più di un minuto”, gli dissero. “No, voglio solo pregare”, fu la risposta. Da lì lo spinsero facendolo cadere in ginocchio. “Sei un sacerdote, ed è proibito che il tuo sangue cada a terra perché sarebbe un sacrilegio”.
L’evento sovrannaturale e l’incomprensione del terrorista
A quel punto, andarono a prendere un secchio per non versare il sangue a terra, e tornarono con l’intenzione di sgozzarlo. Padre Abuna aveva molta paura, e pregò con grande intensità. Non ricorda bene cosa disse, se non che si rivolse a Santa Marie Alphonsine dicendo: “Non dev’essere un caso che ti porti con me. Se è necessario che il Signore mi porti via sono pronto, ma se non è così ti chiedo che non muoia nessun altro”.
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Il religioso ricevette infatti nel 2004 dalle Suore Domenicane del Rosario, fondate da Santa Marie Alphonsine Danil Ghattas, una reliquia della loro fondatrice, palestinese canonizzata nel 2015, e un rosario da lei utilizzato. Abuna, da allora, non se ne è mai liberato e le porta sempre con sé, ovunque si trova. Nel luglio 2007 è avvenuto qualcosa di stupefacente.
Fu a quel punto che l’islamico gli afferrò la testa, tenendogli la spalla e alzando il coltello. Poi chiese: “Chi sei?”. “Un frate”, rispose. A quel punto l’aguzzino rivelò cosa stava accadendo. “Perché non riesco ad abbassare il coltello? Chi sei?”. Non lasciò lui nemmeno il tempo di rispondere. “Padre, tu e tutti gli altri tornate alla macchina”.
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Tornarono al veicolo. Il religioso si salvò così, con questa particolare affermazione. Da quel giorno, spiega oggi, non ebbe più alcuna paura di morire. “Da quel momento ho smesso di avere paura di morire. So che un giorno morirò, ma ora ho più chiaro che sarà solo quando Dio vorrà. Da allora non ho paura di niente e di nessuno. Quello che mi accadrà sarà per volontà di Dio, ed Egli mi darà la forza per prendere la sua Croce. Ciò che conta è avere fede. Dio si prende cura di chi crede in Lui“.