Dovrebbe essere oramai risaputo che, dai mezzi di comunicazione di massa, giungono a noi molti messaggi subliminali (a volte nemmeno tanto celati), che ci introducono ad un mondo spirituale di cui spesso ignoriamo i messaggi.
Rischiamo, quotidianamente, di scambiare quelle manifestazioni per credenze leggendarie o creazioni fantastiche del regista o dell’autore del film, quando, ad un’analisi più attenta (e nemmeno poi di tanto), possiamo scoprire che le storie che parlano di spiritualità non lo fanno a caso e che ogni vicenda narrata ha un fondo di verità, in qualche dottrina. Ogni dottrina, poi, evidenzia l’eterna lotta del Bene contro il male, della luce contro le tenebre del mondo.
E’ necessario sapere questo, soprattutto per non rimanere nell’ignoranza e non rischiare mai più di lasciarsi affascinare dal lato oscuro della forza, laddove la verità -si sa- è sempre intrisa di uno splendore che non lascia spazio a dubbio alcuno.
Il Francescano, Padre Francesco di Pede (OFM), da così una lettura pastorale del film “The last Jedi”, per farci capire un po’ meglio cosa potremmo trarne:
“A volte, infatti, basta lasciarsi andare alla visione di un film che ci appassioni per aprire il vaso di Pandora di mille domande che ci interrogano, anche se siamo felici o almeno diciamo di esserlo. La sete di vita, la sete di Dio che ci contraddistingue come suoi figli, ci fa commuovere di fronte a una scena che parla di eternità, probabilmente perché quell’eternità è anche casa nostra. (…) Luke Skywalker, finalmente rintracciato da un’entusiasta Rey, pone la stessa domanda alla ragazza, la quale, imbarazzata e commossa per una richiesta che spesso ha risuonato dentro di lei, confessa “sono qui per qualcosa che c’è sempre stato e mi fa paura”.
(…) Rey è l’icona della ricerca della verità: corre, si arrampica, scala e grida per invocare un aiuto da Luke, l’unico che poteva risolvere la domanda che le bruciava dentro, cioè come vivere in pienezza per non cadere nelle trame della tenebra”.
Così, la trama di un film molto noto diviene pretesto per ricercare la verità di Dio, l’unica possibile per il cristiano che sa di quale natura possa essere fatto un dubbio, una tentazione.
Continua Padre Francesco di Pede: “Chi ha visto il film si sarà senz’altro stupito dell’innesto del curioso hacker balbuziente DJ, interpretato da Benicio del Toro che, con un’occupazione che di certo non brilla per iniziativa, invita a vivere una libertà falsa, una menzogna: “vivi libero, non schierarti!”. La libertà è invece prendere parte, schierarsi, metterci la faccia e correre per far emergere le proprie domande. Significa cioè desumere dagli insegnamenti di Luke che “nessuno è mai davvero perduto”, a patto di realizzare che non siamo noi a darci la felicità, essa è una vocazione donata, è chiamata alla libertà. E’, in ultima analisi, accettare e vivere quella Grazia di vita che riceviamo con predilezione. Gesù nel Vangelo dice “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16), d’altronde quale libertà cercheremmo al di qua delle nostre aspirazioni? Siamo chiamati a una vocazione alta, che parla dentro di noi, ma non siamo noi a parlare.
La Forza dell’universo Star Wars è la Grazia dei figli di Dio, l’azione dello Spirito dentro ogni uomo “che intercede per noi con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26), è lo Spirito a portare la vita e a renderci testimoni di Gesù. “Avrete Forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8), il Signore ci invita a seguirlo con tutto noi stessi, senza risparmiarci, consapevoli che non siamo soli”.
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