La storia della mistica inglese fu indicata da papa Francesco come emblema della misericordia di Dio.
Il suo nome è tornato d’attualità, grazie al suo motto “andrà tutto bene”, diventato un adagio durante i primi tempi della pandemia.
A Giuliana di Norwich (1342-1416) è dedicato il docufilm Tutto sarà bene, in onda stasera alle 21.40 su Tv2000. Il ruolo della mistica inglese è interpretato da Beatrice Fazi, mentre il film è ispirato al libro Le Rivelazioni dell’Amore Divino, in cui Giuliana racconta delle sedici rivelazioni ricevute durante una grave malattia da cui guarì miracolosamente.
La pellicola, scritta e diretta nel 2015 da Sara Binelli, è stata girata tra Norwich, Roma, Viterbo e Ferentino (FR). Nel docufilm spiccano le testimonianze di due religiose: la carmelitana suor Elizabeth Ruth Obbard, che ha pubblicato più di un saggio su Giuliana di Norwich e suor Pamela, che oggi vive proprio nei pressi dell’eremo di Giuliana. Da segnalare anche l’intervista ad Alessandra Bartolomei, docente incaricata di Storia della vita religiosa femminile alla Pontificia Università Gregoriana.
La storia è ambientata in Inghilterra sul finire del XIV secolo. Nel 1373, intorno ai trent’anni, Giuliana compie la scelta di autorecludersi in una cella adiacente alla chiesa di San Giuliano nei pressi di Norwich. Non è noto quale fosse il nome di battesimo della mistica: fu dunque chiamata da tutti Giuliana, proprio con riferimento alla chiesa che aveva vicina.
Nel frattempo, la sua fama si diffonde e tanta gente viene a trovarla, cercando da lei parole di conforto e di saggezza. Perno di tutta la spiritualità di Giuliana di Norwich è la misericordia, che sgorga da tutte le situazioni, a partire dagli stati di sofferenza o di peccato. Da qui, l’espressione “tutto sarà bene”.
L’attualità di Giuliana di Norwich è legata anche alla sua scelta di isolarsi dal mondo in un periodo di ricorrenti pestilenze. Avendo perduto tutti i suoi familiari ed essendo ancora nubile, Giuliana aveva quindi deciso di vivere la sua personale e spiritualissima quarantena.
Poco prima dell’inizio della sua vita da eremita, la mistica inglese rivive la Passione di Nostro Signore, proprio al culmine di una malattia per la quale lei stessa si vedeva spacciata. Le visioni di Gesù si susseguirono fino al giorno della sua guarigione, il 13 maggio 1373.
Il manoscritto che venne poi intitolato Le Rivelazioni dell’Amore Divino è ritenuto dalla maggior parte dei critici il primo libro mai scritto in inglese da una donna.
Durante l’udienza generale del 1 dicembre 2010, Benedetto XVI descrisse così la figura di Giuliana: “Giuliana di Norwich ha compreso il messaggio centrale per la vita spirituale: Dio è amore e solo quando ci si apre, totalmente e con fiducia totale, a questo amore e si lascia che esso diventi l’unica guida dell’esistenza, tutto viene trasfigurato, si trovano la vera pace e la vera gioia e si è capaci di diffonderle intorno a sé”.
Giuliana di Norwich è anche una delle ‘icone’ scelte da papa Francesco per celebrare il Giubileo della Misericordia (2015-2016). Durante l’udienza generale del 23 marzo 2016, il Santo Padre indicò nelle visioni Giuliana un segno dell’“amore misericordioso” di Dio.
Il Pontefice riportò dunque il seguente dialogo tra Gesù e la mistica inglese: «Allora il nostro buon Signore mi domandò: “Sei contenta che io abbia sofferto per te?” Io dissi: “Sì, buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; sì, buon Signore, che Tu sia benedetto”. Allora Gesù, il nostro buon Signore, disse: “Se tu sei contenta, anch’io lo sono. L’aver sofferto la passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno; e se potessi soffrire di più lo farei”». [L.M.]
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