Tale decisione è entrata in vigore all’inizio dell’anno subito dopo il precedente annuncio, e rappresenta un segnale forte rispetto a una deriva che purtroppo in molti casi ha preso piede.
Mettendo così, nero su bianco, una disposizione già presa in altre diocesi e che giunge al termine di un’animata discussione presente da tempo.
La scelta del presule per il territorio della Diocesi di Mazara del Vallo è di fatto entrata in vigore. Il nuovo decreto del vescovo dispone la sospensione “ad experimentum” dei padrini nella celebrazione del sacramento del battesimo dei bambini, per quello della confermazione degli adolescenti e degli adulti e lo stesso vale anche per il rito dell’iniziazione cristiana degli adulti. Si tratta cioè della cancellazione della presenza di madrina e padrino sia per i battesimi dei bimbi che per le cresime dei ragazzini e degli adulti.
Cosa prevede il decreto del vescovo
Una sospensione che resterà in vigore sino al dicembre 2024, secondo quanto stabilito dal vescovo stesso. La ragione sta nel fatto che la presenza formale sarebbe diventata nel tempo e in molti casi un qualcosa di puramente ornamentale, e non invece una figura di accompagnamento significativo, che sarebbe cioè deputata ad accompagnare il percorso di crescita di colui o colei che riceve il sacramento.
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Così si è giunti alla decisione drastica. D’ora in poi, saranno i genitori o chi ne ha curato la preparazione ad accompagnare davanti al presbitero chi deve ricevere il battesimo o la cresima. Nel decreto, il vescovo scrive: “L’ufficio di padrino nei due sacramenti del battesimo e della confermazione ha perduto il suo significato originario limitandosi a una presenza liturgica puramente formale alla quale non segue l’accompagnamento del battezzato e del crismato nel cammino di crescita umana e spirituale”.
La scelta già presa anche da altre diocesi italiane
Una scelta che tuttavia non è affatto isolata. Altre diocesi italiane infatti hanno da tempo avviato esperienze analoghe, segno che si tratta di una discussione concreta e in atto da tempo all’interno della Chiesa italiana, che ha portato quindi a un segnale forte a riguardo. Il provvedimento era stato già varato nell’estate scorsa ed è ora entrato in vigore il primo gennaio con l’inizio del nuovo anno, esattamente come prevedeva il decreto stesso. Il vescovo ha spiegato che sono stati numerosi i sacerdoti che chiedevano di giungere a questa scelta.
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La Chiesa per altro non obbliga la presenta di un padrino ma la richiede “per quanto possibile”. Ora il provvedimento avrà la durata di 3 anni e rappresenterà così una sorta di esperimento. In questi importanti momenti della vita di un fedele, infatti, è di fondamentale importanza che la figura che si trova al proprio fianco è quella di una persona che effettivamente partecipa in maniera concreta alla crescita spirituale di chi sta per ricevere il sacramento. E non che si limiti, al contrario, a una presenza di “facciata”, quasi a scimmiottarne il vero senso e l’importanza.