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Stop all’Eutanasia | Non ci sono i requisiti affinché venga rispettata la vita

Finalmente una buona notizia per la società italiana. Di fronte a una cultura della morte che pare crescere ad ogni livello, i giudici hanno ribadito che c’è un limite che non può essere valicato. 

Nonostante l’ira dei promotori del Referendum, un punto fermo è stato messo su questione altamente dolorosa e controversa.

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La Corte Costituzionale ha smontato il Referendum con cui si promuoveva l’eutanasia come cosa buona e giusta, spiegando che nella proposta referendaria non ci sono i requisiti affinché venga rispettata la vita.

Il verdetto inequivocabile della Corte Costituzionale

La Corte ha infatti ritenuto inammissibile il quesito referendario “perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Nei prossimi giorni verrà depositata la sentenza. Di fatto, quello che emerge è che sia prevalso il “principio di indisponibilità della vita”, che se estromesso dall’ordinamento provocherebbe un vero e proprio, nuovo e insanabile, vuoto normativo.

I vescovi italiani, nel commentare la decisione della Consulta, hanno spiegato che è stata “confermata un’inderogabile scelta di tutela della vita”, e che di conseguenza la Corte ha dato “un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio”.

L’intervento del Papa e il parlamento che ora dovrà legiferare

Nei giorni precedenti era stato proprio Papa Francesco ha tuonare contro la sciagura eutanasica in Italia. “La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti”, aveva detto il Papa, invitando a porre tutti, come società, attenzione sui più deboli e fragili, che chiedono di essere accompagnanti e trattati con amore e rispetto. E non di certo tolti di mezzo, come se fossero un peso.

Una cultura dello scarto inaccettabile che diventa cultura della morte di fronte al dolore della malattia e della sofferenza, che sempre va accolta nell’amore e nella tenerezza di cui il Signore dispone e di cui i suoi figli sono chiamati ad essere riflesso incarnato, vivendo in maniera concreta e radicale il Vangelo dell’amore e della misericordia.

LEGGI ANCHE: Italia: la politica discute una legge terrificante definita “mostro giuridico”

Ora il Parlamento dovrà affrontare l’argomento relativo al cosiddetto testo Bazoli riguardante l’eutanasia, superandone le incoerenze che aprono a principi eutanasici in cui a non essere tutelato è il più debole e sofferente. “Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte“, ha affermato la senatrice Paola Binetti, ex presidente di Scienza & Vita.

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“Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere”, indicando “un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile”, è quanto hanno invece affermato il leader di Pro Vita & Famiglia Toni Brandi e il presidente del Comitato No all’eutanasia legale Jacopo Coghe.

LEGGI ANCHE: Medjugorje, messaggio della Regina della Pace: “È l’amore che vi vuole salvare”

Per il direttore di Avvenire Tarquinio si tratta infine di ribadire “un principio cardine dell’ordinamento repubblicano”, un “perno di civiltà” che se non riconosciuto finirebbe per portare a una “devastazione”, con “un’assoluzione laica a chiunque avesse ucciso chiunque altro che avesse invocato la morte”.

Giovanni Bernardi

Scritto da
Giovanni Bernardi

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