Storia fuori dal comune: malattia, pre-morte poi l’arrivo a Medjugorje

La storia di questa ragazza, Barbara Scarpa, grida al miracolo. Nella sua vita accade qualcosa di straordinario, dopo la malattia, l’esperienza pre-morte e poi Medjugorje.

Madonna di Medjugorje

Barbara era affetta da un infezione polmonare che non le permetteva nemmeno di respirare all’aria aperta come tutte le persone “normali”. Sin da piccolina, è stata sempre attratta dal mondo dello spettacolo tant’è che inizia a studiare recitazione a Milano ed affianca il comico Enrico Beruschi in una sit-com.

È stato all’età di 24 anni che si è accorta di essere malata ai polmoni, proprio a quell’età ha avuto il primo episodio di un’importante  broncospasmo, ossia la così detta “fame d’aria” per definire un’insufficienza respiratoria. Ha sempre avuto i bronchi deboli, fin dalla nascita,  ebbe una broncopolmonite a soli 2 anni, ma il quadro clinico ha iniziato a evidenziarsi dopo aver asportato le tonsille all’età di 17 anni,  finché appunto a 24 anni, al medico di famiglia sfuggì  di approfondire la situazione clinica, in quanto attribuiva la tosse stizzosa e persistente allo “stress”.

Ha scoperto la malattia a 24 anni e mezzo, nell’aprile del 1996, incominciò nuovamente ad avere la tosse  stizzosa e per i medici nuovamente  la diagnosi era attribuita allo stress (quando in realtà avvertiva sempre una costrizione toracica soprattutto la notte da sdraiata). Trascorse un mese, quando la comparsa di una crisi asmatica di particolare intensità, la costrinse al ricovero presso l’Ospedale Niguarda di Milano.

Ricordo che il primario disse ai miei cari che non mi avrebbero fatto nemmeno la tracheotomia perché per loro ero persa, ero cianotica con più del doppio dei battiti cardiaci. Mi somministrarono il cortisone ad alti dosaggi, teofillina e una terapia broncodilatatrice” racconta Barbara.

Malattia, pre-morte e l’arrivo a Medjugorje

In uno dei tanti ricoveri ospedalieri ha avuto un esperienza di pre-morte. “Era il mese di Maggio del 1996, non ricordo molto di quel ricovero, eccetto di essere stata in una specie di  tunnel, come un  lungo corridoio, ancora oggi  risuona  nella mia testa una voce, quella  voce che diceva: “Non è ancora la tua ora… Vado prima io”. Al mio risveglio, da quell’apparente “sogno”, mi sentii scuotere e ripetutamente chiamare, Sono tornata in corpo…ovviamente dallo spavento sono saltata, ma la donna  di cui ricordo perfettamente il viso, bionda di capelli, mi disse: “Non volevamo spaventarti ma dirti che nostra madre è morta”.

Barbara Scarpa insieme a Enrico Beruschi
Barbara Scarpa insieme a Enrico Beruschi – Foto lavocedelnisseno.it

Francamente non riuscivo a realizzare quello che mi fosse accaduto, pensavo di aver sognato”. Certo per lei  non era facile credere di avere avuto una esperienza di pre-morte.Una volta dimessa dall’ospedale, tornata a casa, cercai di capire cosa mi fosse realmente accaduto, La percezione della realtà  era molto forte e volevo trovare una risposta a quanto accaduto” racconta Barbara.

Barbara voleva sapere se ciò che ricordava fosse stato solo un sogno oppure fonte della sua immaginazione dovuta al sovraccarico di farmaci, così decise di fare chiarezza, a casa dopo aver continuamente pensato e ripensato all’accaduto,  al primo ravvicinato controllo, pochi giorni dopo la dimissione, la cosa più ovvia che potesse fare era cercare la caposala per chiederle se durante i giorni del suo ricovero in ospedale fosse deceduta una donna nella sua stessa camera. Dopo aver controllato, con il cuore che le sobbalzava in gola, la risposta fu: “Sì”! E’ deceduta una signora anziana nella stessa stanza.

“Ti posso dare un’ulteriore conferma, a distanza di anni, durante una recente visita,  ad aprirmi la porta è l’assistente del medico ” R ” ( per discrezione metto solo l’iniziale del suo nome), io la guardo, lei mi guarda e dico: il tuo viso non mi è nuovo… Lei ha avuto la stessa sensazione,  così mi dice: cerchiamo di ricordare e parlando,  si  ricorda di me,  guarda caso le viene in mente di avermi visto in rianimazione, proprio nell’anno del mio ricovero, periodo  in cui  lavorava ancora in ospedale. Nonostante avessi avuto già risposte dell’accaduto, con quell’incontro, posso dire a tutt’oggi, di avere un’ulteriore testimonianza,  che a volte accadono situazioni  inspiegabili agli occhi di Noi esseri umani. Incredibile vero?” racconta Barbara

La chiamata a Medjugorje

La chiamata della Madre in quella terra è arrivata in maniera evidente, le veniva consigliato di andare a Medjugorie e mai altri luoghi Sacri, sempre ripetutamente da diverse persone “Medjugorie” e non capiva il   perché, ma certamente intuiva che ci sarebbe dovuta andare.

La statua della Madonna di Medjugorje

Posso dirti che per quanto sia Credente, sono   sempre stata un po’ scettica riguardo alla tappa obbligata in luoghi sacri, seppur giochi in casa perché è la terra originaria di mia Madre! Tengo a precisarlo perché non ho avuto condizionamenti particolari, spero di spiegarmi, a maggior ragione per me il “MIRACOLO” avvenuto da quel viaggio, ha una valenza superiore e da allora per me andare a Medjugorie è Sacro, luogo di pace interiore, laddove chi c’è stato,  sa perfettamente avvertire un’energia fuori dal comune” afferma Barbara.

Continua – “Dunque, tornando a noi, ti racconto l’accaduto: Era il 16  gennaio 2012 quando mi trovavo  in viaggio, sul treno per raggiungere l’ospedale Sacro Cuore don Calabria di Negrar in provincia di Verona, lo ricordo come se fosse adesso, nel mio stesso vagone salirono due donne le quali attirarono la mia attenzione con un ‘buongiorno’ intenso e deciso. Erano due donne con una luce particolare negli occhi, direi carismatiche. Ero assorta nei miei pensieri, quando Lucia si mise a parlare liberamente con Elisabetta, attirando la mia attenzione nel raccontare il viaggio fatto a Medjugorje. Rimasi colpita da Lucia che mentre raccontava del suo viaggio, disse: “Vedi questo anello in oro bianco, è un rosario e solitamente non hanno il volto della Madre Celeste”. Si sfilò l’anello dal dito facendolo vedere alla sua amica, e nel riprenderlo solo con lo sguardo e porgendolo mi chiese se volessi vederlo. Annuii sorridendo e nel mostrami l’anello cadde nella mia mano sinistra con  il volto della Madre Celeste rivolto verso di me. Mi attraversò un brivido in tutto il corpo e con le lacrime agli occhi guardai fuori dal finestrino e vidi il paesaggio talmente brinato che sembrava innevato. Tra me e me pensai: “Ok, ho capito! Madre, mi stai chiamando a Medjugorje” racconta Barbara.

L’incontro con Vicka di Medjugorje e il messaggio

Ha avuto la grazia di incontrare Vicka senza volere e senza aspettativa. Il suo gruppo è riuscito a presenziare vicino alla casa dove Vicka si rivolge a milioni di Fedeli. Barbara era con il suo gruppo quando Marcella, la badante di Benedetta, le chiese se poteva accompagnarla davanti alla casa di Vicka perché lei non si sentiva bene e lei amorevolmente accettò.

Vicka, la veggente di Medjugorje
Vicka, veggente di Medjugorje

Poco dopo Vicka uscì di casa e si rivolse ai milioni di Fedeli in attesa di ascoltarla. Alla fine del suo discorso e dell’incontro-Preghiera, scese le scale per andare incontro agli ammalati e con Benedetta ci furono scambi di sguardi e sorrisi, fino a che si scambiarono qualche parola in lingua (la sua terra madre).

Avrei voluto incontrare la veggente Miriana ma purtroppo non c’è stato tempo. La guida prima di ripartire mi disse: “Mi spiace che non hai incontrato la veggente Miriana, ma ricordati che i Veggenti già sanno quando arrivano gli ammalati ciò di cui hanno bisogno. Soprattutto Vicka. Ed è più importante che tu abbia incontrato Lei. Anche tu, come tutti, sei affidata alla volontà della Madre Celeste”.

“Credo che la Fede sia fondamentale nel Nostro cammino, perché significa avere “fiducia nella VITA”. Spero vivamente che la mia storia possa essere di aiuto a Tutti coloro che si sentono smarriti e proprio a loro dico: Pregate e Ringraziate sempre, ogni giorno, perché non siamo mai soli! C’è sempre una forza suprema che ci aiuta a combattere le avversità della Vita. Da cuore a cuore: Luce e Amore” conclude Barbara.

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