La venerata tomba di don Dolindo Ruotolo è posta sotto all’immagine del volto di Gesù: è la stessa che emergeva dai suoi scritti, racconta la nipote Grazia Ruotolo.
La tomba di don Dolindo Ruotolo si trova nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi a Napoli. Ciò che colpisce di questo luogo è il flusso di persone che ogni giorno si recano a pregare davanti alla tomba del servo di Dio. E poi i numerosi ex voto intorno alla Cappella.
Don Dolindo, oltre ad essere servo di Dio fu un mistico e confessore molto cercato. In vita rivestì il ruolo di riferimento per le migliaia di persone che ora stanno diffondendo in tutto il mondo la devozione alla sua figura. Ogni giorno infatti si registrano grazie e benedizioni grazie all’opera di intercessione di Don Dolindo.
La novantenne nipote di Dolindo, Grazia Ruotolo, ha raccontato al quotidiano Avvenire le emozioni che prova ogni volta che passa di fronte alla tomba del Servo di Dio, e alla targa con su scritto: “Quando verrai alla mia tomba, tu bussa e io ti risponderò. Confida in Dio”.
Nel testamento spirituale il sacerdote scrisse questa frase “per dire che lui anche da morto ci sarebbe sempre stato per chi avesse chiesto il suo aiuto”. “La gente ha preso il consiglio alla lettera, viene qui e bussa davvero”, dice Grazia. “Poi torna altre volte a bussare, perché non c’è nessuno che entrando nel suo mondo d’amore per Gesù non ne esca effettivamente aiutato, rinnovato”.
Sopra la tomba, però, ciò che spicca è il volto di Cristo. Don Dolindo lo fece dipingere alcuni anni prima della sua morte. Il suo desiderio era trovare “un volto di Cristo che lo mostrasse così come lui diceva di vederlo”. “Era stato Gesù stesso a chiederglielo in un dialogo mistico”, racconta la nipote.
“Fra le sue figlie spirituali c’era una certa Lucia Altomare di Trani che faceva la pittrice. Così don Dolindo chiese a lei di dipingerlo e le spiegò ogni particolare di quel volto suggerendo di tenere come riferimento il negativo fotografico della Sacra Sindone“. Inizialmente la donna era intimorita dalla gravosità di quel compito, ma il sacerdote insistette.
“Le prime tre prove vennero bocciate perché non somiglianti. La donna, considerandosi inadatta, invitò mio zio a cercare un altro artista. Allora don Dolindo la condusse in chiesa e la fece inginocchiare. Le pose il Rosario sul capo, la benedisse e aggiunse: ‘Ora non devi più preoccuparti, abbandonati a Gesù e non sarai più tu a dipingere, ma sarà Gesù con le tue mani'”.
Così nacque quel volto meraviglioso di Gesù che ben presto cominciò a donare grazie e conversioni. “Quando Lucia tornò col nuovo dipinto, Ruotolo, commosso, lo riconobbe subito come il Gesù delle sue visioni“. Purtroppo l’originale è stato tristemente rubato. Tuttavia la Provvidenza ha voluto che la copia fotografica dell’immagine si diffondesse ben presto nel mondo, “moltiplicando le grazie promesse”.
Il volto di Gesù infatti era lo stesso che emergeva dagli scritti di don Dolindo. Gli stessi di cui Padre Pio disse: “Nessuna parola uscita dalla penna di don Dolindo deve andare perduta”. Don Dolindo spiegava infatti che l’artefice di quei testi era Gesù in persona. “Ogni riga è scritta sotto dettatura di Gesù, che mi siede accanto”, spiegava.
“Se la penna con cui scrivo non servisse alla gloria di Dio la spezzerei immediatamente”, affermava in un’altra occasione. E conclude la nipote “Ecco perché dalla lettura di quei libri arrivano grazie e conversioni“.
Giovanni Bernardi
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