L’agghiacciante storia di una ragazza, costretta ad abortire

Si inneggia all’aborto come a una conquista, che denota il grado di libertà della donna nella società moderna, ma ci sono risvolti terrificanti.

Aborto
Aborto – photo web source

Non si pensa invece che, l’aver legalizzato questa pratica ha posto dubbi sulla importanza della maternità, della procreazione. E ha  permesso di imporre l’aborto, facendolo sembrare un atto necessario, per non essere emarginati dalla famiglia, dalla società o rifiutati dal partner.

Aborto: la ragazza ha subito un reato

La storia di Crystal ci dice proprio questo. Rimasta incinta a 18 anni. Il suo ragazzo le impone l’aborto. Lui, semplicemente, la porta nel luogo in cui si sarebbero disfatti del bambino, senza nemmeno chiedere la sua opinione o spiegarle a cosa stava andando incontro. Ma facendole pressione psicologica.  Mentre era nella stanza con un dottore – che si fa fatica a definire tale – accade qualcosa di orrendo. Ecco le parole di Crystal: “Ho dovuto implorare e implorare per vedere lo schermo del monitor, che all’inizio si sono rifiutati di farmi vedere, fino a quando dopo 15 minuti di discussione, me lo hanno concesso. Alla fine, hanno girato lo schermo verso di me. Potevo vedere il mio bambino! Non un gomitolo di tessuto o un ammasso di cellule, ma il mio bambino muoversi. Viso, mani e persino il cuore che batteva. Ho visto il bambino minuscolo che mi faceva le capriole nella pancia”.

Crystal: bloccata e costretta ad abortire

Crystal dichiara che non aveva alcuna intenzione di abortire, voleva far nascere il suo bambino e andare via da quel luogo. Contro la sua volontà, però, il medico la trattiene. Con l’aiuto di alcuni infermieri, la blocca, facendole subire un vero e proprio atto di violenza e costrizione. Inoltre, le intima di non urlare per non disturbare i pazienti in attesa o in altre stanza. Nel mentre, la praticano un aborto, senza neppure somministrarle l’anestesia.

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Da quel giorno, la ragazza comincia ad avere dei disturbi e delle infiammazioni. Per non parlare del risvolto psicologico della vicenda, che la porta a vivere un dramma interiore, che sfocia nell’alcolismo e in disturbi dell’alimentazione. Accusa una malattia infiammatoria pelvica, che è il preludio di un cancro pre-cervicale. Nessuno aveva aiutato Crystal, sprofondata nella depressione. Finché non ha conosciuto degli operatori  dell’Associazione Pro Life Rachel’s Vineyard. Da allora, si è sentita sostenuta da persone che comprendevano la sua tragedia personale, e ha cominciato un percorso di recupero graduale.

Ma ci sono ferite così profonde, che solo l’amore di Dio può guarire, e  permettere con l’aiuto della sua Grazia, di perdonare che le ha procurato tanto male.

Antonella Sanicanti

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