Storica legge contro l’aborto: si va verso un rovesciamento totale?

Un grande segno di speranza per chi ha a cuore la vita dal suo concepimento fino alla morte naturale, e quindi lotta ogni giorno contro l’aborto. 

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Negli Stati Uniti è stata infatti approvata la legge più restrittiva sull’aborto, nello specifico in Arkansas, dove ora manca solo la firma del governatore repubblicano Asa Hutchinsos. 

In sostanza, il provvedimento vieta completamente l’interruzione di gravidanza, ad eccezione di alcuni casi limite, come ad esempio quello in cui è richiesto per “salvare la vita della madre incinta in emergenza medica”. Tuttavia, non fa alcuna eccezione se il provvedimento è avvenuto in caso di stupro, incesto o anomalia del feto.

La legge che cambia le carte in tavola sull’aborto

Dal momento dell’entrata in vigore di questa legge, il trasgressore rischia una multa sino a 100 mila dollari e una detenzione sino a 10 anni di prigione. Un segnale davvero forte contro una cultura che ormai sempre più pare essere convinta di poter disporre della vita umana a proprio piacimento e secondo i propri gusti, quasi ergendosi a divinità che hanno il potere di decidere della vita o della morte altrui.

Con l’introduzione di questa legge, quindi, si rende noto e chiaro il fatto che c’è chi va in direzione contraria, nella direzione della tutela della vita come bene più prezioso in mano all’umanità, donato direttamente dal Signore ai suoi figli per causa del suo amore infinito.

Il commento del governatore e il vero obiettivo dei Repubblicani

Il governatore ha così commentato la decisione con fermezza. “Firmerò la legge per il suo schiacciante sostegno legislativo e le mie sincere convinzioni pro vita”. Il segnale che arriva alla politica americana è che, nonostante l’arrivo alla Casa Bianca del presidente Biden, la cultura repubblicana, conservatrice e pro-life è più viva che mai, ed è pronta a dare battaglia con tutti i mezzi a loro disposizione.

Anche perché il vero obiettivo dei promotori di questa legge non si limita al caso locale, ma va oltre. Si tratta cioè di arrivare davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, e a quel punto sottoporre la questione alla maggioranza conservatrice che si è instaurata in seguito all’elezione di tre giudici da parte di Donald Trump durante il suo mandato. A questo punto, l’ipotesi è che da lì si possano ribaltare anche tutte le sentenze fin qui emanate in materia di interruzione della gravidanza.

Gli Usa vanno verso un ribaltamento della legge sull’aborto?

Arrivando, forse, persino a rovesciare la storica sentenza Roe vs. Wade del 1973. Per capirsi, si tratta della sentenza che in quell’anno legalizzò l’aborto in America, fungendo quindi da spartiacque di una cultura della morte a discapito della vita umana.

I primi segni c’erano già stati anche nelle scorse settimane, precisamente il 18 febbraio, quando il governatore repubblicano della South Carolina, Henry McMaster, pose la sua firma su un’altra legge altrettanto restrittiva in tema di aborto.

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Il caso precedente in South Carolina

In quel caso, lo Stato americano ha introdotto il divieto dell’interruzione della gravidanza dopo sei settimane di gestazione, vale a dire il periodo in cui solitamente si rileva il primo battito cardiaco del feto. Le proteste sollevate in quel caso sostenevano a sei settimane può capitare che alcune donne non sono nemmeno consapevoli di essere incinte.

Anche in quel caso, tuttavia, i medici che si macchieranno della loro complicità con l’aborto oltre quella soglia rischieranno grosso, vale a dire fino a due anni di carcere. Per la specifica legge del South Carolina, le eccezioni contemplate sono quelle che riguardano gravidanze causate da violenze sessuali o da incesto, oppure da casi in cui la madre si trova ad essere in in pericolo di vita.

Giovanni Bernardi

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