Strage in una chiesa di Campinas, San Paolo (Brasile), un uomo armato di pistole spara sui fedeli che stavano uscendo, quindi si toglie la vita. Sono 4 le vittime della sparatoria.
Una tragedia, quella avvenuta domenica sera in una chiesa di Campinas, cittadina a 120 chilometri da San Paolo, che ancora oggi non trova alcuna motivazione. Tutto è avvenuto poco dopo la conclusione della messa pomeridiana di ieri, un uomo armato di pistola, Euler Fernando Gandolpho, è entrato nella chiesa in cui c’erano ancora una ventina di fedeli ed ha cominciato a sparare all’impazzata sui presenti, svuotando il caricatore di una delle due armi che aveva indosso (la polizia ha trovato una calibro 38 ed una 9 mm). Quindi si è puntato una pistola alla tempia e si è sparato.
I presenti hanno immediatamente chiamato i soccorsi, ma quando questi sono giunti 4 delle persone colpite erano già morte. Gli altri feriti sono stati invece medicati e portati all’ospedale Clinicas da Unicamp. Tutta la diocesi locale si è stretta attorno alle famiglie delle vittime, esprimendo la propria solidarietà con messaggi di cordoglio e preghiere. I funerali delle vittime si sono tenuti questo pomeriggio.
Strage in Chiesa: il messaggio dell’arcivescovo Rafael Capelato
Prima che venisse officiata la messa per le anime dei defunti, monsignor Rafael Capelato arcivescovo dell’Arcidiocesi di Campinas ha voluto pubblicare un comunicato sull’accaduto nel quale spiega che ancora non sono note le motivazioni che hanno indotto Gandolpho a compiere un simile gesto e che si è impegnato a collaborare con le forze dell’ordine per risolvere l’indagine, consegnando tutti i filmati delle telecamere di sicurezza. A conclusione del messaggio riportato dall’Agenzia Fides si legge: “Ci rammarichiamo profondamente per quello che è successo. Soffriamo con le persone che in questo momento piangono la morte dei loro amici, fratelli e parenti. Chiediamo a tutti di pregare affinché queste famiglie trovino conforto e pace in Dio. Ripudiamo ogni atto di violenza e chiediamo che, ora più che mai, tutti noi diventiamo promotori della pace”.
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Luca Scapatello