La strage degli innocenti oggi come 2000 anni fa
Il 28 dicembre la Chiesa celebra i Santi Innocenti Martiri, ovvero i bambini sotto i due anni, uccisi per ordine di Erode detto “Il grande”, dopo aver ricevuto dai Magi la notizia riguardante la nascita del ‘re dei Giudei’, ossessionato com’era dalla paura che un altro Re potesse usurpargli il posto. Circa il numero di questi bambini sono state fatte diverse ipotesi. Forse la più probabile è quella riportata dal Fernández, che lo stabilisce tra i 30 e 40.
Una strage di innocenti che hanno pagato per la follia di un uomo per il quale l’ambizione e la bramosia di difendere i suoi privilegi erano davanti a tutto. E nonostante le Scritture che ben conosceva annunciassero la nascita del Messia, accecato dalla sua sete di potere, pur di difendere il trono, a ogni costo, non si è fatto scrupolo di spargere sangue innocente
Una vicenda che richiama un’altra strage, silente, dei giorni nostri: se allora era l’ordine di un re a legittimare l’uccisione dei bambini, oggi c’è una legge dello Stato, la 194, che è arrivata addirittura a riconoscere un diritto, una conquista della donna, l’uccisione nel grembo del proprio bambino.
E come Erode ha negato la Verità annunciata dai profeti, oggi si vuole negare la verità biologica di un bambino nelle prime settimane di vita.
A conferma di ciò, 2 fatti entrambi accaduti a Roma. Il primo a Maggio 2018, quando il comune ha censurato un manifesto che mostra, attraverso una tenerissima immagine di un bambino, la verità biologica di come eravamo tutti noi all’11 settimana di vita nella pancia di nostra madre: bambini ben formati con tutti gli organi presenti, il battito del cuore già dalla terza settimana del concepimento, il ditino in bocca, a ricordarci che se oggi siamo qui è perché le nostre mamme non ci hanno abortito.
Il secondo il 26 novembre scorso quando è stato messo in atto un vero e proprio assalto alla libertà di espressione da parte di un gruppo di donne. In un primo momento pensavo che si trattasse di un gesto di incivili contro la sede di Pro Vita a Roma. Poi scopro che i soggetti nella foto sono il presidente, Sabrina Alfonsi, e gli assessori del PD del Municipio Roma I Centro che oscurano con le loro locandine a favore dell’aborto, la vetrina privata di Pro Vita dove al suo interno c’era affisso il suddetto manifesto già incriminato.
Come se già non bastasse, a tutto ciò si aggiunge un altro fatto gravissimo di cui i media non hanno, direi ovviamente, parlato. Il municipio di Roma invece di presentare le scuse per il triste ed incivile atto perseguibile per legge, cosa fa? Invia degli agenti della polizia nella sede di Pro Vita per sanzionare e rimuovere il già citato manifesto che era esposto regolarmente all’interno della vetrina. Una sanzione da quasi 500,00 euro (!) per un manifesto che non offendeva né istigava alla violenza né tantomeno diffamava qualcuno. Eh sì che da questo punto di vista, ce ne sarebbero da far togliere in giro.
Evidentemente quella semplice immagine di un bambino a 11 settimane dal concepimento, accompagnata da affermazioni scientifiche, quel semplice inno alla vita, non era di pubblica sopportazione. La polizia ha così sanzionato Pro Vita obbligandola a rimuoverlo. Nei giorni successivi, per evitare una pericolosa reiterazione del crimine, diverse volanti della polizia sono state inviate per controllare che del manifesto non restasse alcuna traccia .
Una situazione assurda, surreale. E’ evidente che gli abortisti non accettano la verità sulla vita prenatale. L’immagine stessa del bambino in grembo li spaventa esattamente come Erode fu spaventato dal Bambin Gesù tanto da disporre un’ignominiosa azione contro innocenti pur di ucciderlo.
Simona Amabene
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