La giustizia spagnola ha riaperto il caso per la terza volta dopo due archiviazioni, oggi ricorre il 3° anniversario della tragedia.
Il 20 marzo del 2016, un pullman con a bordo 57 studenti Erasmus finisce fuori strada. Il mezzo si ribalta diverse volte nei pressi di Tarragona (Spagna). Il bilancio dell’incidente è apparso subito grave e poche ore dopo è stato chiaro che ci si trovava dinnanzi ad una tragedia. In quel giorno funesto sono morti 13 studenti stranieri, tra i quali c’erano anche 7 studentesse italiane. Francesca Bonello, Lucrezia Borghi, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Elisa Scarascia Mugnozza ed Elisa Valent.
I genitori delle vittime volati in Spagna per riconoscere i cadaveri si sono associati per richiedere giustizia per le loro figlie. Per conoscere la verità su quanto accaduto quel giorno. Ad oggi, però, quella lecita richiesta non è stata ancora soddisfatta. Una prima indagine è stata archiviata senza prendere in considerazione la posizione dell’autista. Una seconda ha avuto lo stesso esito nonostante le dichiarazioni dell’uomo di aver avuto un colpo di sonno. In questa seconda indagine è stato ritenuto che non ci fossero colpe tali da comminare delle sanzioni penali.
Lo scorso luglio le autorità spagnole hanno assicurato ai genitori l’apertura di una terza indagine. Questa volta saranno raccolti degli elementi precedentemente non esaminati, utili a determinare gli estremi per istituire un processo. Questo quanto dichiarato ai parenti giunti in Spagna per l’occasione con l’appoggio dell’ambasciatore di Madrid ed il console di Barcellona. Da allora, però, non ci sono stati ulteriori sviluppi.
In occasione del terzo anniversario della tragedia, ‘Avvenire‘ ha raggiunto Gabriele Maestrini, padre di Elena (una delle vittime), il quale ha spiegato che in gennaio ha inviato una lettera indirizzata al premier Conte, a Di Maio, Salvini e Fico per chiedere loro che il governo faccia pressione sulla giustizia spagnola e aiuti lui e gli altri genitori a trovare giustizia. L’uomo ha anche commentato la riapertura del caso, sostenendo a suo avviso che le prove di colpevolezza ci fossero già dall’inizio: “(Gli elementi da acquisire ndr)Che noi riteniamo siano già in mano alla magistratura spagnola sin dall’inizio dell’inchiesta, ma solo alla fine di questo percorso vergognoso si potrà decidere se dare avvio al processo o procedere nuovamente con l’archiviazione”.
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Luca Scapatello
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