Tra tutte le reliquie, quelle considerate più preziose sono gli oggetti associati alla vita di Cristo. A questo proposito è obbligatoria una premessa: proprio per l’alto valore attribuito a queste reliquie non è raro che ci siano diverse città o chiese a contendersi l’autenticità dello stesso oggetto. In questi casi ciò che conta davvero è la fede e l’atteggiamento con il quale ci si accosta alla reliquia che non deve mai cadere nella superstizione.
Il legno della croce a Roma, Torino e Padova
La reliquia di cui esistono più frammenti è la Croce sulla quale Gesù fu crocifisso. Secondo la tradizione fu Elena, madre dell’imperatore Costantino, a ritrovarla durante gli scavi sul Golgota alla ricerca degli strumenti della Passione. Quella di Gesù fu identificata grazie alla guarigione miracolosa di una malata e fu esposta alla venerazione dei fedeli a Gerusalemme. Nel corso dei secoli se ne sono perse le tracce, ma i numerosi frammenti prelevati di volta in volta sono ancora oggi visibili in moltissime chiese.
Tra queste, il santuario di Maria Ausiliatrice a Torino, la basilica di Sant’Antonio a Padova e la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma. Queste ultime due conservano anche altre reliquie di Gesù: nella basilica padovana sono custodite tre spine della Corona di Gesù (quest’ultima è nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi), una pietra del sepolcro di Cristo e frammenti della sua veste. Nella sacrestia della basilica di Santa Croce in Gerusalemme, invece, troviamo una parte della croce di uno dei due ladroni, una parte della corona di spine, un sacro chiodo (cioè uno dei chiodi con cui Gesù fu crocifisso) e il “Titulus crucis”, la scritta apposta sulla Croce con la motivazione della condanna (nel caso di Gesù, che si era proclamato Re dei Giudei, il reato era di lesa maestà verso l’imperatore).
Abbiamo detto del chiodo conservato a Roma, in Santa Croce in Gerusalemme. Gli altri due (ne furono usati tre, due per le mani e uno per i due piedi insieme) si trovano a Milano e a Monza. Dei chiodi, infatti, si racconta che Elena li regalò al figlio Costantino. Questi ne fece montare uno sul suo elmo e dall’altro fece ricavare un morso per il suo cavallo. Il “Sacro Morso” si trova nel duomo di Milano mentre il chiodo dell’elmo si ritiene sia servito per forgiare una lamina che si trova nella Corona Ferrea, la corona utilizzata dal Medioevo fino al XIX secolo per l’incoronazione dei Re d’Italia che è custodita nella Cappella di Teodolinda nel duomo di Monza.
Tra le reliquie della Passione troviamo anche la colonna della flagellazione (un frammento è a Roma, nella chiesa di Santa Prassede); la Sacra lancia (quella con cui il centurione Longino colpì al fianco Gesù crocifisso e conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano; il sangue scaturito dalla ferita e raccolto dallo stesso Longino è conservato nella basilica di Sant’Andrea a Mantova); la Scala Santa (quella salita da Gesù per raggiungere l’aula dove fu interrogato da Ponzio Pilato); il Volto Santo, cioè il velo con cui la Veronica asciugò il volto di Gesù mentre saliva al Calvario, custodito a Manoppello, in provincia di Pescara. Nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, infine, c’è la Sacra culla, i resti della mangiatoia in cui venne deposto Gesù Bambino.