Santa Faustina Kowalska ci ha lasciato una grande eredità: un Diario che narra il suo dialogo con Gesù, che la istruiva sul culto della Divina Misericordia.
Parla anche del retto comportamento che ogni credente dovrebbe tenere, per rendersi degno dell’amore di Dio, in questa terra e per l’eternità.
In alcune pagine del suo Diario, si leggono le descrizioni di visioni mistiche sull’Inferno, sul Purgatorio e sul Paradiso. Suor Faustina Kowalska, ad esempio, aveva annotato di aver avuto la visione di una Consorella, morta tempo prima. Il fatto fu talmente spaventoso che inorridì. La Consorella, infatti, era estremamente sofferente e avvolta tra le fiamme.
In un primo momento, non riuscì a comprendere se stesse nell’Inferno o nel Purgatorio: “I brividi trapassarono la mia anima, ma pur non sapendo dove soffrisse, se in Purgatorio o all’Inferno, raddoppiai in ogni caso le mie preghiere per lei”.
La notte successiva, ebbe la stessa visione e poté appurare che le sue preghiere non avevano sortito alcun sollievo per quella Sorella: “Non ti hanno giovato per nulla le mie preghiere? Mi rispose che le mie preghiere non le erano servite a nulla e che niente poteva aiutarla. Domandai: E le preghiere fatte per te da tutta la Congregazione, anche quelle non ti hanno giovato niente? Mi rispose: “Niente. Quelle preghiere sono andate a profitto di altre anime”.”, poiché, evidentemente, la sua anima non era più recuperabile.
In un’altra circostanza, Suor Faustina Kowalska, aveva scritto di essere stata guidata da un Angelo tra le fiamme dell’Inferno. Li si rese conto di una serie di penitenze a cui erano sottoposte le anime perdute: “La prima pena, quella che costituisce l’Inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi della coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta, è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale, acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore e, benché sia buio, i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di Satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie”.
La descrizione di quel posto è spettrale, tetra, asfissiante, senza ombra di speranza e ne fanno parte soprattutto le anime di coloro che non credevano nell’esistenza dell’Inferno e di simili punizioni.
Altre pagine del suo Diario riportano che si era ritrovata, d’un tratto, al cospetto del Crocifisso: “Dopo un momento, scomparvero le sette Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai piedi e al costato. Vidi immediatamente tutto lo stato della mia anima, così come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore di ombre tanto piccole”.
Dopo quella visione, Gesù le disse: “Scenderai in terra e soffrirai molto. Ma non per molto tempo ed eseguirai la mia volontà ed i miei desideri ed un mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul mio petto, sul mio Cuore ed attingi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te”.
Suor Faustina Kowalska morì giovanissima, a soli 33 anni, dopo una vita passata in Convento, ma a lei si deve la salvezza di molte anime, che hanno acquistato la fiducia di domandare perdono a Dio, prima che fosse giunto il suo giudizio perpetuo. E’ questo il grande prodigio delle Divina Misericordia, che sgorga direttamente dal Cuore squarciato di Cristo in croce e si riversa sull’umanità, bisognosa di essere perdonata, rinfrancata, riscattata dalla morte eterna.
La sua preghiera fu costante e per qualunque anima. Anche nel momento della malattia che, poi, la portò alla morte, non dimenticò di offrire le sue sofferenze per tutti.
Suor Faustina Kowalska, un giorno chiese a Gesù per chi avrebbe dovuto pregare maggiormente: “Gesù mi rispose che la notte seguente m’avrebbe fatto conoscere per chi dovevo pregare. Vidi l’Angelo Custode, che mi ordinò di seguirlo. In un momento, mi trovai in un luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare”.
Erano le anime del Purgatorio, quelle che anche noi possiamo aiutare e liberare con preghiere e Messe in suffragio. A loro chiese quale fosse la sofferenza più insopportabile: “Ed unanimemente mi risposero che il loro maggiore tormento è l’ardente desiderio di Dio”. (…) “Scorsi la Madonna che visitava le anime del Purgatorio. Le anime chiamano Maria “Stella del Mare”. Ella reca loro refrigerio”.
(…) “Udii nel mio intimo una voce che disse: “La mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia”. Da allora sono in rapporti più stretti con le anime sofferenti del Purgatorio”.
Antonella Sanicanti
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