Ci ha lasciato Suor Germana, personaggio popolare che ha caratterizzato la cultura italiana, fatta di fede genuina e di unione all’interno della famiglia. In un’intervista spiegò che, grazie al suo operato e ai suoi libri di ricette, salvò 100 mila famiglie
È diventata nota al pubblico per la diffusione dei suoi ricettari, per le agende pubblicate ogni anno in cui vengono offerti consigli di grande utilità per le famiglie e per la cucina. Anticipando, possiamo dire, l’attuale esplosione di programmi di cucina. In particolare, è stato il primo libro “Quando cucinano gli angeli”, pubblicato per la prima volta nel lontano 1989, ad averla portata al grande pubblico. Ma basta l’accostamento dei termini “In cucina con Suor Germana”, per sentirla più vicina con tutti noi.
Stiamo infatti parlando di Suor Germana, il cui nome di battesimo era Martina Consolaro. Purtroppo, per tutti noi, è venuta a mancare il 7 marzo 2020, nella cittadina di Caronno Varesino. Suor Germana collaborava anche con diverse testate giornalistiche, come le riviste Famiglia Cristiana e Visto, oppure con radio, come Radio Maria, e televisioni. Per citarne soltanto alcune, è stata ospite di Forum, I fatti Vostri, Uno Mattina, Domenica In.
Storica la sua partecipazione al Festival di Sanremo. Correva l’anno 1999, e il pubblico conosceva bene il suo volto materno e sorridente, per questo fu lieta l’accoglienza che ricevette sul Palco dell’Ariston. In una conversazione con un giornale, affermo che probabilmente il suo operato era riuscito a portare fuori dalla crisi all’incirca centomila matrimoni.
Suor Germana nacque a Durlo di Crespadoro, in Veneto, e aveva soltanto dodici anni quando se ne andò di casa. Entro nelle Suore del Famulato Cristiano, fondate per aiutare le giovani lavoratrici, a diciannove anni. Da lì, la congregazione la destinò all’insegnamento, in particolare a una scuola per fidanzati. Così cominciò ad insegnare cucina. Mestiere da cui presero poi vita i suoi famosi libri di ricette.
Purtroppo, in questo periodo di emergenza sanitaria legata al Coronavirus, non si potranno celebrare i suoi funerali con una funzione pubblica. Al contrario, per seguire le indicazione di tutela della salute pubblica, la cerimonia si svolerà privatamente. Tuttavia, per ricordarla, rileggiamo insieme un breve estratto di un suo scritto, risalente a pochi anni fa e redatto in occasione della Pasqua.
“Ho un peso sul cuore: come dire Buona Pasqua con quello che sta succedendo in questo nostro mondo? Se allarghiamo lo sguardo all’intera umanità sembra sempre più difficile trovare il luogo ed il momento per scambiarci auguri di serenità e di pace. E più i fatti dolorosi, le persone coinvolte e la sofferenza si avvicinano, più ci sconvolgono e scuotono anche la fede. Chi muore per le bombe, chi muore per la fede, chi vittima dell’aids e delle fame, chi muore nel terremoto, chi appena nato, chi muore per la velocità, chi per l’alcool…”
“Eppure Pasqua è un passaggio che di anno in anno segue un percorso che viene da lontano e ci porta molto al di là di quanto possiamo immaginare, desiderare, sperare: una vita oltre la morte, una vita senza fine… Utopia, sogno? La scelta di credere o non credere è così personale e profonda da dare un senso pasquale a tutta la nostra esistenza”.
Giovanni Bernardi
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