Suor Manuela racconta come nonostante i dubbi non siano mancati, ha scelto di seguire la via che Dio le ha indicato e si è consacrata.
Quando arriva la chiamata del Signore, è davvero impossibile resistere. Dio manda segni e messaggi che sta a noi ascoltare. Alcuni, tuttavia, sono inequivocabili, e comunque, se ascoltiamo bene, possiamo capire qual è la nostra direzione.
Il Signore ci dona tanto, ci offre dei talenti meravigliosi che possono essere usati per fare del bene a noi stessi e agli altri. Ognuno di noi è chiamato per una determinata vocazione, ma a volte riuscire a comprenderla fino in fondo è difficile. Questo perché può accadere che ci faccia tanta paura, e allora siamo un po’ sordi alla chiamata, cerchiamo di evitarla.
Ma la potenza di Dio è infinitamente più grande della nostra, e se glielo chiediamo con il cuore pronto ad ascoltare, saprà indicarci la via. Un esempio di chiamata del Signore ce lo dà Suor Manuela Vargiu, in una intervista di un po’ di tempo fa con TV2000. In questa occasione, la suora ha raccontato la storia della sua chiamata, a cui per molto tempo aveva cercato di resistere.
Dalla discoteca al convento…grazie a Lourdes: la conversione di Suor Manuela Vargiu
È una storia davvero incredibile quella raccontata a TV2000 da Suor Manuela Vargiu, che anni fa studiava medicina e per lei i suoi familiari desideravano un altro futuro.
Eppure, sin da piccola, lei aveva Gesù nel cuore, un rapporto che era partito da un desiderio di cantare allo Zecchino d’Oro. Manuela, di origine sarda, di Sassari, da bambina voleva tanto prendere parte alla kermesse canora per i più piccoli.
«Un giorno, sono andata davanti a un Tabernacolo e ho detto a Gesù: visto che puoi tutto, fa’ in modo che io possa cantare allo Zecchino d’Oro. Però poi, è successo qualcosa nel cuore e ho detto: se proprio non puoi questo, fa’ che io possa cantare per te».
Una preghiera che comunque è stata esaudita nel brevissimo tempo, perché poco dopo sono arrivati dei ragazzi che hanno messo su un coro e che mi hanno chiesto di esserne la solista. «Per cantare per Gesù», aggiunge dolcemente rispondendo alla domanda del giornalista.
Poi Manuela cresce, arriva l’adolescenza, e il primo amore, Marco. Con questo ragazzo, Manuela credeva che un giorno avrebbe avuto una famiglia. Sognava di diventare medico.
Alla fine, però, lascia il fidanzato. Si allontana anche da Dio, e arriva una frase molto particolare:«Mi devi cercare nel chiasso del mondo, anche nelle discoteche, laddove non ci sono né preti né suore». Con la cugina va in un villaggio turistico, e va in discoteca quasi tutte le sere, facendo l’alba.
Le notti in discoteca e il ritorno al Signore
All’improvviso, però, Manuela si rende conto che il chiasso delle discoteche non faceva altro che farla sentire vuota. «Ho detto, va bene Signore, ricominciamo a camminare insieme, ma ti prego, non mi fare nessuna proposta indecente. Il pensiero che potesse chiedermi di lanciarmi in una vita di totale consacrazione a lui, mi faceva paura».
Un giorno, le viene chiesto, nel 1999, di fare una testimonianza in un palazzetto dello sport. «Mi chiedono di cantare, canto per Lui, do la mia testimonianza, ma lì c’erano degli ospiti. C’era il segretario nazionale dell’Unitalsi e una giovane cantante finita in sedia a rotelle che dava la sua testimonianza di rinascita».
Viene proiettato un video di Lourdes, e Manuela rivolge una preghiera a Maria:«Aiutami Tu, mettimi una mano in testa e portami a Lourdes e lì, se vuoi, indicami la via».
Pochi giorni dopo, l’Unitalsi la chiama per farla testimoniare e cantare a Lourdes. Lei decide di andare. Una sera, Manuela voleva confessarsi ma non poteva perché stava prestando servizio per gli ammalati. «La sera, quando già tutto era finito, chiesi a un Vescovo di confessarmi l’indomani, data l’ora tarda, invece lui, con fare molto paterno, si rese subito disponibile.
FOTO DI LOURDES
La svolta a Lourdes
Andammo insieme, verso le 11, di fronte alla Grotta e ancor prima della confessione, iniziammo un dialogo che durò un’ora e mezza e che si concluse con la confessione».
«Il mio cuore è stato liberato», ha detto Vargiu, «Lì c’erano tante persone che avevano le gambe paralizzate, che non potevano muoversi. Anch’io in qualche modo avevo una paralisi, il mio cuore era tenuto e stretto dalla paura di dire di sì a Dio.
Durante quella confessione, improvvisamente è nata nel mio cuore la forza e la gioia di dire sì al Signore», e così il 2 settembre di quello stesso anno, Manuela fa il suo ingresso in una comunità religiosa, le Figlie di Gesù Crocifisso a Tempio Pausania.