Suor Maria de Guadalupe: Quando l’amore è più forte delle bombe

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Il lavoro svolto da Suor Maria de Guadalupe (Missionaria argentina ad Aleppo) è un esempio di cristianità vera, ogni giorno bambini e persone grandi che vivono con la spada di Damocle di una guerra che potrebbe porre fine alla loro vita da un giorno all’altro, trovano conforto nella preghiera e nella speranza che Dio possa concedere loro la grazia di far terminare i conflitti.

 

Se dovessimo scegliere una foto rappresentativa del grande lavoro svolto dalla missionaria sudamericana sceglieremmo quella in cui lei abbraccia e sorride ad una bambina siriana, non tanto per la bellezza e la semplicità di quel gesto quanto per il contesto che viene accidentalmente incastonato dietro a quelle due figure, dietro la suora ed alla bambina, infatti, si vedono alcune famiglie vestite con abiti puliti e non sgualciti che si godono un pic nic, sembra di trovarsi di fronte ad un radono in un parco italiano.

 

Ad Aleppo, Suor Maria è capitata per caso, la sorella era giunta in Medio Oriente tramite l’Egitto, un esperienza scelta da lei stessa perché fosse formativa, ma che si era dimostrata traumatica per via dell’ostracismo mostrato dalla popolazione egiziana nei confronti delle comunità cristiane. Il trasferimento ad Aleppo (nel 2011) le sembro un sollievo, le persone erano in pace, c’era tranquillità e spensieratezza, ma ben presto, anche li, la situazione è precipitata con una guerra che da cinque anni a questa parte non da segni di resa da nessuna parte.

 

Suor Maria parla dello scoppio della guerra civile con terrore, accusa i media occidentali di aver volutamente strumentalizzato quanto stava accadendo, i movimenti in piazza erano pacifici ma presentati come sommosse contro il regime, come a giustificare la successiva repressione nel sangue: “Abbiamo visto dalle nostre finestre, con i nostri occhi, migliaia di persone scendere in strada per manifestare solidarietà ad Assad. Ebbene, dopo poche ore quelle stesse immagini nei media venivano fatte passare come sommosse contro il regime”.

 

Si trattava, dunque, di un passaggio di consegne autorizzato dalla coalizione occidentale, suor Maria spiega come la Siria fosse un paese ricco ed indipendente e come gli Stati Uniti abbiano permesso ai gruppi terroristici di armarsi e finanziarsi con il petrolio per avere un appoggio sul terreno contro il governo vigente: “La coalizione a guida statunitense ha fatto solo scena, gli aerei passavano sopra le postazioni dell’Isis ma non bombardavano”, insomma, senza mezzi termini la suora accusa il governo USA di un appoggio concreto nei confronti dell’Isis.

 

La religiosa aggiunge che la lotta al terrorismo sarebbe promulgata dagli stessi colletti bianchi che l’hanno finanziato e creato, impossibile in questo caso dare appoggio ad una nazione che fa la doppia faccia. Ma se la situazione è fortemente intricata e buia, la suora intravede uno spiraglio di luce, quella che considera la sua “Grazia” e che le permette di continuare a lavorare in queste condizioni disperate, in Siria, ci racconta, ci sono migliaia di martiri che non fanno che rinforzare la fede cristiana, questa loro fede porta Dio a concedere veri e propri miracoli: “Prima della guerra, molta gente di Aleppo, città del divertimento e degli eccessi, viveva una fede un po’ superficiale, mondana. E la decisione, la disponibilità al martirio di quegli stessi cristiani oggi, è veramente un miracolo”.

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