Suor Maria Dulce fu una santa che dedicò tutta la sua vita agli ultimi. Molti la conoscono come la Madre Teresa brasiliana.
Nacque in Brasile il 26 maggio 1914. Rimase orfana in tenera età, ma fin da piccola mise in luce le sue qualità affettive, sempre rivolte all’amore per il prossimo e alla carità verso i più poveri. Un episodio fu molto significativo in tal senso, quando cioè a soli tredici anni, dopo essere rimasta orfana, con la complicità della sorella trasformò la loro abitazione in un centro di accoglienza.
Come nacque la vocazione di Suor Dulce
Divenne maestra, e nel 1933 entrò in noviziato tra le Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Dopo avere visitato alcuni quartieri poveri della sua città, infatti, sentì quella scelta come la strada più giusta a cui il Signore la stava chiamando. Prese quindi il nome di suor Dulce a partire dal 13 agosto 1934, nome che prese in omaggio a sua madre e a sua sorella che l’aveva sostenuta.
Insegnò Storia Generale e Storia del Brasile alle medie, ma fu anche maestra elementare. Di quegli anni però molti ricordano che durante le lezioni guardava spesso fuori dalla finestra, nella direzione della difficile favela di Massaranduba. Presto la sua superiora, Suor Fausta, se ne accorse e ne parlò a madre Rosa, la superiora provinciale. Le fecero fare un corso serale per gli operai.
L’apostolato tra i poveri del Brasile
Da quel passaggio il suo apostolato divenne sempre più vivo ed effettivo, e cominciò a tenere lezioni di catechismo agli operai. Nonostante alcuni rimproveri, perché per dare tutto a queste persone a volte non seguiva le regole che le erano stato richieste, lei in cuor suo sentiva di non dovere temere nulla, perché stava facendo il volere del Signore.
Si rese conto fin da subito che gran parte delle malattie degli operai era causata dalla malnutrizione, ovvero dalla disoccupazione e dalla mancanza di diritti, visto che non esisteva in quel luogo alcuna forma nemmeno elementare di sindacalismo. Cominciò quindi ad assistere gli abitanti di Alagados, nella provincia di Itapagipe, una “favela” costruita su palafitte.
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La coscienza dei tanti operai sfruttati
Fece aprire un ambulatorio medico, a cui seguì anche il primo sindacato cattolico dello stato di Bahia. Poco dopo prese il via l’Unione Operaia San Francesco, sostenuta da padre Hildebrando Kruthaup, frate minore e suo direttore spirituale. I due insieme si dividevano l’attività a favore dei poveri e degli operai. Suor Dulce si dedicava alle persone, il frate seguiva la possibilità di agganciare quella realtà ai Circoli Operai cattolici che stavano sorgendo. Il 12 gennaio 1937 la loro opera divenne il Circolo Operaio della Bahia.
I malati aumentavano sempre di più, e Suor Dulce riuscì a sistemarne numerosi in alcune case abbandonate in un quartiere degradato conosciuto come l’Isola dei Topi. Ma il Comune li allontanò da lì gettandosi in strada. Così ottenne dalla superiore una possibilità: quella di alloggiarli nel pollaio del Convento. Anni dopo in quel luogo sorse l’Ospedale Sant’Antonio, oggi fortemente all’avanguardia specie nelle cure oncologiche.
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Suor Dulce continuava ad andare in cerca di tutti i poveri, malati, bambini abbandonati o anziani rimasti soli. Molti di loro li sistemò in quello che era diventato l’Albergo Sant’Antonio. Tutte le altre organizzazioni che ne seguirono vennero poi unite nelle Opere Sociali Suor Dulce. Nel 1979 incontrò anche madre Teresa di Calcutta, e le due avevano molti elementi in comune. Compresa la candidatura al Premio Nobel per la Pace.
Il 22 maggio 2011 venne beatificata a Salvador de Bahia, sotto il pontificato di papa Benedetto XVI. Il 13 ottobre 2019 è stata canonizzata da papa Francesco a Roma.
Giovanni Bernardi