Cosa ha visto Suor Maria Gloria Riva quando era in coma?
La religiosa ha visto l’aldilà ed ha provato una sensazione di pace e serenità.
Suor Maria Gloria Riva, l’incidente che le ha cambiato la vita
Ci sono persone che hanno provato sulla propria pelle quella che comunemente viene definita esperienza pre morte. Si tratta di uno stato di coma durante il quale i soggetti sostengono di trovarsi davanti al mondo che ci attende dopo il decesso. Spesso questi soggetti si trovano in fin di vita (come il diciassettenne Lorenzo, risvegliatosi da un coma di recente contrariamente alle attese) e tornano coscienti tra lo stupore generale. A questa categoria di persone appartiene Suor Maria Gloria Riva, monaca dell’adorazione perpetua di Monza.
L’episodio che ha cambiato per sempre la sua percezione della vita è avvenuto quando aveva 21 anni. Suor Maria era appena tornata da un viaggio a Lourdes e si trovava in auto con il fidanzato. Giunti ad un incrocio con semaforo, la loro auto è stata centrata in pieno da un’automobilista che era passato con il rosso. La botta subita ha condotto Suor Maria in uno stato di incoscienza che poi si è tramutato in un lungo coma. Svegliatasi dal coma ha sentito la vocazione ed è diventata monaca.
Suor Maria Gloria Riva racconta l’esperienza pre-morte
Per molti fedeli Suor Maria è un nome ed un volto conosciuto. La monaca ha raccontato più volte, in giro per l’Italia e sui giornali cattolici, la sua esperienza pre morte ed il perché questa l’ha avvicinata a Dio. Di recente è stata anche invitata in televisione da Barbara D’Urso per raccontare a ‘Pomeriggio Cinque’ la sua incredibile esperienza di fede. Parlando di cosa ha visto mentre era in coma, la monaca è solita raccontare: “Immediatamente percepii, dentro a quell’oscurità, una grande pace e una grande serenità. Si aprì allora al mio sguardo una piccola luce bianchissima che mi veniva incontro dilatandosi. La pulsione beatifica di quella luce era come un richiamo. Ebbi la certezza che Dio era là e che Dio era amore”.
Suor Maria desiderava ardentemente andare verso quella luce, ma si rese conto che quella sensazione di pace non era stata parte della sua vita. La ragazza, insomma, non si sentiva degna di un’esistenza di pace e serenità nell’aldilà, prima avrebbe dovuto cambiare radicalmente la sua vita: “Quella luce era amore, gratuito, e quella gratuità nella mia vita non c’era. Mi avvolsero, così, due sentimenti contrastanti. Da un lato un dolore grande: l’eternità mi si offriva in tutta la sua bellezza e io non la potevo raggiungere; Dio non mi giudicava, semplicemente si mostrava a me con la sua verità, ero io a giudicarmi e a comprendere tutta la dissomiglianza”.
Riavutasi dal coma e affrontato un duro periodo di riabilitazione, aveva 7 fratture di cui una scomposta alla gamba, Suor Maria chiese al fidanzato di tornare a Lourdes. Era già consapevole che Dio era entrato dentro di lei, ma non aveva ancora chiara la sua vocazione. Dopo quel pellegrinaggio comprese che il matrimonio non le sarebbe bastato ed è entrata a far parte delle monache dell’adorazione perpetua a Monza.
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Luca Scapatello
Fonte: Sussidiario