Ci sono persone che, nel nascondimento, regalano tutta la propria esistenza agli altri e, di conseguenza, al Cristo Gesù.
E’ questo, certamente, il caso di Ruth Pfau, una Suora delle “Società delle Figlie del Cuore di Maria”, che è considerata la Madre Teresa del Pakistan.
E’ morta il 10 Agosto del 2017, all’età di 87 anni, dopo avere speso la sua vita per sconfiggere la lebbra nel Paese asiatico. Nata in Germania, il 9 Settembre del 1929, era ormai naturalizzata in Pakistan, come confermò il Primo Ministro Shahid Khaqan Abbasi, in un discorso di commiato: “Pur essendo nata in Germania era, col suo cuore, in Pakistan”. “La nazione riconosce i suoi sforzi sempre disinteressati; il Pakistan la ricorderà per sempre”.
Suor Ruth, dopo aver terminato gli studi in Medicina, era stata destinata ad operare in India, ma un disguido, riguardante il suo visto, la fermò a Karachi, in Pakistan, appunto.
“Il primo paziente, che mi convinse a cominciare la mia battaglia, fu un giovane afghano. Gattonava usando mani e piedi, nel dispensario dove ci trovavamo, e si comportava come fosse normale che un essere umano strisciasse a quel modo, nella melma e nel fango”. E fu così che rimase li per sempre, in un Paese che aveva tanto bisogno di lei e che spesso spingeva i malati gravi verso il deserto, in preda agli animali selvaggi, non sapendo proprio come prendersene cura.
La sua battaglia contro la lebbra, scientificamente definita morbo di Hansen, è stata senza pari, coraggiosa e determinata, tanto che, in collaborazione con le autorità del posto, sanitarie e non, è riuscita, nel corso degli anni, ad aprire ben 170 ospedali; veri e propri rifugi per quelle malattie, come lebbra e tubercolosi, che noi europei riteniamo debellate.
La sua preparazione in campo medico, le permise, persino, di istruire molti dottori pakistani sul da farsi. Per il suo operato e la sua dedizione, ha ricevuto diversi premi importanti per il Pakistan, come l’Hilal-e-Imtiaz nel 1979, l’Hilal-e-Pakistan nel 1989.
Ad Aquisgrana, in patria, ha ottenuto il Klaus Hemmerle, nel 2014, alla presenza di Monsignor Joseph Coutts, presidente della Conferenza Episcopale Pakistana, che disse di lei: “Ruth Pfau ha fatto sperimentare l’amore di Cristo a persone dalle convinzioni più diverse.”.
Certamente, però, il riconoscimento più importante -quasi superfluo dirlo- le viene dato dal Signore, per il merito di aver salvato, migliorato, la vita di tanti malati, altrimenti senza alcuna speranza di sopravvivenza.
Antonella Sanicanti
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