Cosa spinge una donna a farsi Suora e a rinunciare a tutto, per donarsi completamente a Dio, in clausura?
A questa domanda cercano di rispondere le Suore dellâOrdine dei âFratelli della Beata Vergine Maria del monte Carmeloâ, nato, addirittura, nei primi anni del 1200, in Terra Santa.
La loro Regola fu approvata dalla Santa Sede nel 1226 e sottolinea lâosservanza della solitudine, della meditazione, della comunione dei beni, della povertĂ , della preghiera, della correzione fraterna.
Tra loro e il mondo câè sempre una grata, che ricorda continuamente come tutto il resto sia rimasto fuori dalle mura del Convento, perchĂŠ esse vivano solamente e semplicemente per il Signore e per nessuna altra distrazione terrena, nemmeno affettiva o familiare.
Chi fa una scelta del genere si affida coraggiosamente al Signore, come a fare un salto nel buio, sicura che cadrĂ tra le sue amorevoli braccia.
La vita di queste Suore è molto lineare, ma intrisa di unâintensa preghiera per tutti quelli che, nel mondo esterno, si battono per tenere alta la fede.
âLa nostra, come dicevo, è una giornata di preghiera, personale (in cella) e comunitaria. Ci svegliamo piuttosto presto, intorno alle 5, per la preghiera delle Lodi, a cui segue circa unâora di meditazione. Alle 8, celebriamo la Santa Messa, che è per noi il momento centrale della giornata, vincolo di unitĂ , di amore, di comunione in Cristo Eucaristia.
Verso le 8.30, scendiamo in refettorio per la colazione. Fino alle 9.30, si riordinano i vari angoli del Monastero e la propria stanza da letto, che noi chiamiamo cella. Seguono altri momenti di preghiera, fino al pranzo della 12â, testimonia una di loro.
Dopo il pranzo, rimangono tutte insieme nella sala della ricreazione, per confrontarsi e dedicarsi al cucito, alla pittura, al ricamo, alla lettura o ad altro. E alle 18, si recita lâimmancabile Santo Rosario, poi il Vespro. La loro giornata termina verso le 22, quando si ritirano nelle celle.
âCome dice la Regola Carmelitana, il silenzio può essere inteso come un dono o una penitenza. Eâ un dono quando è lo spazio per incontrare Dio, per comunicare con Lui e in Lui. La contemplazione non è altro che lâincontro di due silenzi: quello di Dio e quello dellâuomoâ.
Antonella Sanicanti
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