Lei si chiama Elisabetta Radaelli, sta morendo ma la Madonna stende la mano su di lei e miracolosamente guarisce. La comunità e la Diocesi di appartenenza della religiosa, si appresta a celebrare la memoria questo straordinario avvenimento.
La storia che stiamo per raccontarvi è davvero speciale: protagonista di questa incredibile vicenda che è stata verificata sotto ogni aspetto, è una religiosa a cui è apparsa la Vergine Maria. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta.
Chi era questa religiosa? Scopriamolo insieme.
Suor Elisabetta, nel corso nella sua esistenza, ha avuto la grazia di conoscere la Madonna da vicino. È la notte fra il 22 e il 23 febbraio 1924, ben 100 anni fa, quando la Vergine Maria si presenta alla religiosa morente: tiene tra le sue mani il Bambino piangente in braccio e, dopo l’apparizione, le lascia un messaggio: “Gesù Bambino piange perché non è amato, cercato e desiderato”.
L’incredulità iniziale della religiosa è immediatamente messa da parte quando la Madonna decide di farle un segno, quello di ridonarle nuovamente la salute che le manca. E la testimonianza diretta di ciò che è avvenuto, arriva dai membri del comitato promotore d’intesa, che sta portando avanti una serie di iniziative per ricordare questo particolare evento di grazie: “Suor Elisabetta, completamente guarita in un modo inspiegabile per la scienza, riprende la sua vita normale ed il suo lavoro di assistente nel collegio delle Marcelline a Milano per 60 anni fino a pochi giorni prima di morire, il 15 aprile 1984 a Cernusco” – spiegano.
Suor Elisabetta e il miracolo inaspettato
Come dicevamo all’inizio, sono passati 100 anni da quell’apparizione e, ora, il comitato promotore d’intesa, insieme alla Comunità Pastorale Sant’Apollinare, in comunione anche con la Congregazione delle suore di santa Marcellina e con il patrocinio del Comune di Arcore, ha deciso di portare avanti una serie di iniziative a ricordo di questo evento e in occasione di questo centenario.
Perché portare avanti queste iniziative e ricordare con tanto fervore questo evento di grazia? Ce lo spiegano gli stessi promotori del comitato, in un’intervista al quotidiano “Primamonza”: “La proposta di una serie di iniziative nasce non per uno scopo semplicemente celebrativo, ma perché ci è sembrato importante far conoscere il fatto che la Madonna ha parlato con una di noi, l’ha guarita da una malattia considerata incurabile e ha lasciato un messaggio” – hanno specificato.
Non è stata una sola apparizione a far capire a Suor Elisabetta che colei che le si è palesata davanti è la Vergine Maria. Infatti, come raccontano, la prima apparizione è avvenuta il 6 gennaio del 1924 ma, in quel caso, la stessa religiosa non ha riconosciuto Maria, ma la identifica semplicemente come una “bella Signora”.
Suor Elisabetta, infatti, è ammalata da quasi due anni e, nell’ultimo mese, è a letto paralizzata a causa anche del diffondersi del tumore cerebrale che l’ha colpita. Ma è stata in quella notte fra il 22 e il 23 febbraio che tutto è cambiato. Suor Elisabetta, nell’apparizione che riceve, chiede a Maria di farle credere che è lei. E, nella sua bontà e grandezza, anche scrutando il cuore limpido della religiosa, decide di lasciarle un segno, ovvero quello della guarigione.
Una religiosa semplice e dal cuore puro
“La storia di suor Elisabetta è una storia semplice, di una donna normale. Si tratta di un messaggio forte: ciascuno nella sua vita può essere raggiunto e illuminato in qualsiasi momento. Quel bimbo che piange è Gesù che vuole essere cercato, ma anche un richiamo alle lacrime sparse e a una forma di attenzione particolare a tutti i piccoli e a coloro che richiedono attenzioni” – spiegano alcune donne di Arcore, profondamente devote alla religiosa e la loro testimonianza è stata raccolta da “Primamonza”.
Una religiosa che sembra aver la vita segnata quando, nel 1922, le viene diagnosticata una malattia che portava emottisi, cecità e paralisi della parte sinistra del corpo e della vescica. A dicembre del 1923, la sua vita terrena sembra essere giunta al termine, tanto che le viene concesso di esprimere i suoi voti perpetui e, al tempo stesso, di ricevere anche il sacramento dell’Unzione degli infermi.
Ma qualcuno, da lassù, ha deciso che suor Elisabetta avrebbe potuto fare ancora tanto e bene sulla terra. Quando la Madonna le appare la prima volta, le sue consorelle la sentono parlare da sola: non ci badano, poiché pensano siano i suoi ultimi momenti di vita, quasi come in un delirio. L’incontro con quella “Bella Signora”, così come Suor Elisabetta l’ha definita, non hanno fatto altro che infonderle fiducia e speranza: “Prega, confida e spera: tornerò dal 22 al 23 del mese seguente” – le dice la Vergine.
E così è stato. “Oh, la Madonna col Bambino. Ma il Bambino piange. Piange per me? Piange per i miei peccati?” – dice suor Elisabetta il giorno della seconda apparizione. “No, il Bambino piange perché non è abbastanza amato, cercato, desiderato anche dalle persone che gli sono consacrate. Tu devi dire questo” – afferma la Vergine.
Ed è dopo queste parole che Maria le dona la guarigione. Un dono speciale e una devozione verso al Madonna e suor Elisabetta che si celebra ancora oggi, a 100 anni di distanza.