Una suora presentava una caratteristica assolutamente particolare, quella di rispondere alle tentazioni del demonio in maniera a dir poco unica. Una volta in particolare, le sue parole furono così nette che il demonio se ne andò tremante.
La donna visse tutta la sua esistenza con il favore della Madonna a cui era particolarmente legata, e in numerose occasioni venne brutalmente attaccata dal demonio.
Il suo nome era Paola Muzzeddu e nacque in un piccolo centro in provincia di Sassari, Aggius, nel 1913. La piccola Paola apprese le virtù della vita cristiana alla scuola della mamma, sempre dignitosa e paziente nelle dinamiche familiari. Quando nel ’43 arrivarono i bombardamenti Paola ricevette una grande ispirazione, quella di dar vita ad una comunità religiosa che fondasse la sua ragione nello spirito della beatitudine dei puri di cuore.
Il demonio prese di mira la suora che rispose per le rime
Fu quindi la fondatrice delle suore chiamate popolarmente “celestine”, a causa del colore del loro abito religioso. Da subito Paola sviluppò una forte dimensione mariana grazie alla costante recita del santo Rosario. Per anni visse nel lavoro, nella preghiera e nello sviluppo della sua opera grazie a cui aprì molte nuove case. Visse anni di consapevole sofferenza per riparare ai peccati dell’umanità, e salì in cielo a a soli 58 anni, nel 1971.
Suor Maria Paola lasciò in eredità, per obbedienza al suo confessore, un “diario spirituale” in cui riportò tutte le vicende degli anni tra il 1927 e il 1956, in particolare quelle riguardanti l’azione del demonio. Scrisse: “Un giorno non sono rimasta in chiesa per finire il rosario (mi sentivo male) ho continuato a casa. Mentre pregavo sento una voce che dice: ‘Perché preghi, tanto casa non te ne danno’. Voleva la casa, allora io un po’ scoraggiata mi sono sentita venir meno, però ho risposto: ‘Anche se non me ne danno, ma bisogna che prego lo stesso…’ e la voce un po’ più debole: ‘E per quanto preghi?'”.
La donna raccontò di avere risposto: “Fintanto che ottengo”. “Se ne è andato tutto tremante”, racconta. “Ho pensato che era il demonio che mi voleva scoraggiare dicendo menzogne, perché la casa ce l’hanno data subito”. Così spiegava: “Bisogna pregare e confidare nel Signore e non dare ascolto al disgusto che si può sentire, perché il disgusto lo fa sentire il demonio e non vuole di pregare: perché sa che se preghiamo otteniamo le grazie e lui è sconfitto…”.
Tempo dopo accadde alla suora qualcosa di insolito. Mentre andava a suonare il campanello della porta, vide qualcosa di strano. “Vado per aprire e dalle persiane vedo questa figura nera, una testa quadrata con occhi grandi che mi guardava con odio e disprezzo”. “Ho aperto subito e non c’era nessuno, perché quel mostro era sparito…Ho pensato che il demonio non poteva soffrire di iniziare l’Opera”, racconta. “Questa figura lunga, nera la vedevo spesso quando andavamo in chiesa mentre scendevo le scale, vedevo però che si metteva da una parte per lasciarmi passare.”
Nel 1951 scrisse sul suo diario: “Un giorno, in viale Caprera, ero sola in Cappella e pregavo perché la Madonna illuminasse delle persone per darci i mezzi a costruirci la casa. Vedo entrare in Cappella una figura come un mostro in forma di pesce grande sollevato da terra, aveva la testa quadrata brutta, gli occhi grossi. Mi ha guardato con rabbia e, come in atto di picchiarmi, mi ha dato uno schiaffo… L’indomani compare nel viso vicino all’occhio un piccolo foruncolo, questo s’ingrandisce tanto che mi copre l’occhio. Ho sofferto molto…”