Ecco come tre suore di Caltagirone offrono aiuto materiale e spirituale alle ragazze vittime della tratta sessuale in Sicilia.
Oltre all’aiuto che offrono alle ragazze sfruttate, queste religiose della Congregazione delle sorelle minori del Cuore Immacolato offrono aiuto e ascolto anche ai detenuti.
Il dramma della prostituzione
Tra le tante ingiustizie nelle quali ci imbattiamo quotidianamente e delle quali nella maggior parte dei casi ci interessiamo, una delle più frequenti è quella della tratta delle schiave sessuali. Solitamente di tratta di ragazze che vengono da un contesto molto povero e cercano in Italia (o in altri Paesi economicamente più stabili) una via di fuga da una realtà drammatica. A questo bisogno, però, rispondono soggetti pronti ad approfittarsi di loro, che promettono un lavoro e le incastrano nel mercato del sesso a pagamento.
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La maggior parte dei cittadini non contribuisce a questa grave ingiustizia, a questo reato che segna per sempre la vita di ragazze giovanissime. C’è però chi questo mercato lo alimenta direttamente, usufruendo di un mercato illegale e generando costante domanda. Ci sono associazioni che cercano di dare aiuto a queste vittime dimenticate, tra queste molte sono religiose. Un esempio luminoso è quello di suor Chiara, suor Marta e suor Bernarda, della Congregazione delle Sorelle minori del Cuore Immacolato a Caltagirone (Sicilia).
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Le tre suore che aiutano le ragazze vittime della tratta
Dopo aver emesso professione solenne nella Cattedrale San Giuliano di Caltagirone, le tre religiose hanno deciso di abbracciare in pieno la regola di San Francesco. Utilizzano le lampade invece che la luce elettrica, la stufa a legno invece di forno e fornelli e non utilizzano denaro. Questo modo di vivere, spiega Suor Chiara: “Ci avvicina ai poveri”. La loro missione infatti è dare assistenza spirituale e materiale alle persone che soffrono, come le ragazze vittime della tratta che ogni giorno sono costrette a prostituirsi sulla statale 385 che porta da Caltagirone a Catania.
Sempre Suor Chiara parla del loro dramma: “Sono donne di grande povertà. Viene proposto loro un lavoro in Italia e poi si rivela un inganno. Sulla Strada 385, ai piedi di una discarica, queste ragazze lavorano. Ora per via del Covid sono diminuite, ma sono state davvero tante”. Consce del dolore che le affligge ogni giorno, cercano di aiutarle come possono: “Il nostro incontro con loro è molto semplice: preghiamo con loro. Col tempo c’è stato il coinvolgimento anche di volontari, missionari, laici”. Partendo da Dio e dalla consolazione spirituale, l’aiuto si articola poi nel fornire loro la colazione, dei vestiti, coperte e ogni genere di conforto di cui hanno bisogno.
Luca Scapatello