Negli ospedali, insieme ai medici e agli operatori sanitari, ci sono anche tante suore.
Il grande impegno delle suore che aiutano, non solo dal punto di vista medico, ma soprattutto dal punto di vista spirituale, tutti gli ammalati.
In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo a causa del Coronavirus, un ruolo speciale lo hanno anche le suore. Non le suore di convento che ci accompagnano con la loro incessante preghiera, ma le suore che lavorano negli ospedali.
Un “esercito discreto”, silenzioso, che accompagna, conforta, cura spiritualmente ogni singolo ammalato e i loro familiari. Non hanno pillole, siringhe e fiale, ma un’arma molto più importante: la preghiera.
Come racconta Vatican News, ci sono tanti ordini monastici femminili e maschili che assistono gli ammalati negli ospedali: “In tutte le nostre strutture ci sono suore-infermiere che in questo periodo stanno rischiando la propria vita con abnegazione. Noi Figlie di San Camillo facciamo un quarto voto, oltre ai tre voti classici di povertà, obbedienza e castità: quello di servire gli infermi anche a costo della vita” – racconta Suor Lancy, suora dell’ordine di San Camillo.
Donne che non si tirano mai indietro, suore che assistono e che confortano. Ovviamente, a discapito della loro stessa vita, poiché anche loro, come i medici, possono essere soggette a contagio da Coronavirus.
Le suore Camilliane sono presenti in quasi tutte le zone maggiormente colpite, in particolare gestiscono 5 ospedali a Roma, Trento, Treviso, Brescia e Cremona. E proprio nelle ultime tre città citate, la loro preghiera e il loro conforto sono l’arma con la quale combattono ed assistono.
Molti pensano che, un giorno o l’altro, si tireranno indietro: “Ma noi, come Chiesa, come religiose e come persone, non ci tiriamo certo indietro. La disponibilità totale delle mie consorelle mi fa commuovere. Sono consapevoli di poter morire ma ripeto: la forza ce la danno la preghiera, l’intercessione di San Camillo ed il nostro quarto voto” – spiega suor Lancy, attiva proprio all’ospedale di Treviso.
Vere e proprie suore in trincea, in continuo contatto con gli operatori sanitari e gli ospedali. Non hanno paura di questo virus, aiutano, sorreggono, pregano per e con gli ammalati.
Preghiamo anche noi, affinchè tutte le suore, in ospedale o in convento, che assistono ammalati e bisognosi, non perdano mai la loro forza. Aiutiamole nella preghiera, perché la preghiera è l’arma più potente che possediamo.
ROSALIA GIGLIANO
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