Che si sostenga la fazione pro aborto o quella pro life, il momento stesso e quelli successivi a questa decisione segneranno per sempre la vita della donna o ragazza che ha deciso di porre fine alla vita che stava facendo maturare dentro di se. In seguito all’aborto la donna/ ragazza soffrirà di una forma di depressione dalla quale dovrà uscire con le proprie forze, come fare ad aiutare una donna che si è macchiata di un simile gesto?
C’è chi normalmente suggerirebbe un aiuto terapeutico, chi si limiterebbe ad un sostegno morale e chi, come la rivista Teen Vogue, suggerisce invece di fare dei regali che ironizzano sulla situazione. Se non fosse abbastanza grave che si parli di ironia riguardo ad un evento traumatico come l’aborto, è necessario fare notare come il mensile di cui stiamo parlano sia rivolto alle adolescenti.
L’articolo in questione era intitolato originariamente: “11 Thoughtful Gifts Your Friend Who Just Had an Abortion Would Appreciate” (11 regali affettuosi che la vostra amica che ha appena affrontato un aborto potrebbe apprezzare) e successivamente sostituito con il più politicamente corretto: “What to Get a Friend Post-Abortion” (cosa regalare ad un amica dopo l’aborto). Per farvi capire di che genere di doni si tratta ve ne citeremo qualcuno, ma come suggerisce il titolo avrete intuito che si tratta in generale di oggetti che dovrebbero servire a sdrammatizzare la tensione.
Quello che ci ha colpito di più è sicuramente la borsa termica a forma di utero da poggiare sull’addome per lenire i dolori dell’aborto (sopratutto quello effettuato con pillola), l’idea è quella di sostituire il dolore identificandolo con un immagine umanizzata di un utero arrabbiato che scalcia. I più cinici di tutti, però, sono i bigliettini di auguri che vanno dal più classico “Buon aborto” all’impensabile: “Ciao assassina di bambini!”.
Soffermarsi oltre sull’aberrante cinismo di queste iniziative sarebbe troppo, la sensazione è che si voglia zittire chi fuori dalle cliniche abortiste cerca di fare pensare le ragazze al male che hanno compiuto. Se da un lato, infatti, potrebbero essere un sostegno morale in un momento difficile in cui non c’è bisogno di calcare la mano, dall’altro potrebbero rappresentare un tentativo di ridicolizzare le iniziative pro life. Qualunque sia l’intento, c’è una realtà a cui la ragazza non scapperà per sempre: prima o poi farà i conti con la propria coscienza e si renderà conto di aver tolto la vita ad un essere umano, in quel momento chi l’aiuterà?
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